domenica 15 luglio 2018

Quattro vite di noia

A p. 100 della prima delle sue quattro vite, di 280 pagine l’una, Archie Ferguson compita le prime lettere, maiuscole e corsive, con la nonna. Il seguito come sarà?
Finora di nessun interesse: le quattro vite senza storia di Archie si annunciano estenuanti – un’impresa ma per il lettore. L’edizione italiana compie il miracolo di ridurre le quattro vite di un decimo buono, ma non basta.
Una summa dello storione familiare-etnico: quattro storie della stessa persona anagrafica. Non di sliding doors, di porte scorrevoli nel flusso del destino, di come è stato e di come avrebbe potuto essere, ma quattro storie siverse della stessa persona, sempre sullo storione familiare-etnico. Come una celebrazione e insieme una denuncia-esposizione. Del genere in cui si è distinto e rinchiuso l’ebraismo Americano, Singer, Bellow, Malamud, Ph.Roth, lo stesso Auster.
La storia narrata più volte era già della “Trilogia di New York”, il primo successo di Auster. La tecnica quindi è collaudata. Ma per il lettore è impegnativa, senza consolazione.
Paul Auster, 4 3 2 1, Einaudi, pp. 944, ril. € 25

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