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lunedì 13 agosto 2018

Cent'anni di confusione


Trentadue insurrezioni. Tutte fallite. Diciassette figli, più o meno ignoti, o diciotto. Con molte  donne, dimenticate. Quattordici attentati subiti, settantatré imboscate, un precedente plotone d’esecuzione, la stricnina nel caffè. Nella guerra civile eterna in America latina. E ora il colonnello va all’esecuzione, la sua. Sembra una caricatura, esaurito il romanticismo latino. Delle vite confuse che popolano il subcontinente.
È voluta? È plausibile, considerando l’esperienza giovanile di Márquez a Roma (la stricnina del colonnello come quella di Pisciotta) e Parigi? E altre narrazioni del Nobel colombiano – specie “L’autunno del patriarca”, che si legge come una satira di Castro: il personaggio è memorabile, alla Rabelais. Altrimenti terribile.
Gabriel García Márquez, Cent’anni di solitudine

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