venerdì 17 agosto 2018

C'era l'Italia prima della Magna Grecia

Dove sono sbarcati i primi greci, in quella che sarà la Magna Grecia, a Locri e dintorni, c’era già una civiltà sviluppata. Testimoniata da insediamenti di vario carattere – opicifi, fattorie, necropoli - individuati con una campagna di ricognizione minuziosa condotta a una équipe di studiosi e studenti della Scuola Normale di Pisa, coordinata da Gianfranco Adornato. La mostra aperta a Locri dieci giorni fa documenta, con apparati fotografici significativi, molti dei siti individuati.  
Lo scorso autunno squadre di ricercatori posti a una distanza di 5-10 metri l’uno dall’altro hanno scandagliato intensivamente, con vari strumenti, un’area-saggio di quattro kmq., tra i territori di Locri, Antonimina, Ciminà, Portigliola e Sant’Ilario allo Jonio, alla ricerca di “modalità e pratiche dell’insediamento rurale”. E la ricerca si è rivelata fruttuosa. Sono state individuate alcune decine di nuovi siti archeologici. E si ha la testimonianza di un territorio già attivo quando i greci sono arrivati.
I greci, s’intende, che vi si trasferivano da coloni. Perché alla marineria greca i territori dovevano essere noti da tempo come testimoniano reperti in terracotta precedenti la colonizzazione di Locri. C’è un continuum nel Mediterraneo, che comincia da prima della datazione storica di scuola. La storia della Magna Grecia da questo punto di vista va rivista: molte costruzioni e la toponomastica, sia a nord di Locri, da Sibari in su, sia sull’altro versante calabrese, quello tirrenico, di Taureana e di Medma-Rosarno, testimoniano di contatti fertili, forse anche di colonizzazione, con entità greche pre-elleniche, micenee.
Locri e il suo territorio, Museo Nazionale di palazzo Nieddu Del Rio, Locri

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