Propone Veltroni su “la Repubblica” una
riscossa della sinistra a base di “sogni e popolo” - questo soprattutto, della destra al governo
proponendo “non chiamiamoli populisti”. Veltroni non è un buon maestro, ma nel
suo volemose bene buonista mostra di avere capito il perché di una disfatta. Che
è avere agitato problemi senza risolverli, di cui i “giovanotti” gialloverdi si
sono impadroniti agevolmente. L’Unione Europea anzitutto, insoddisfacente da
molti punti di vista, dal governo della mloneta al governo dei migranti. E
l’immigrazione caotica clandestina, vissuta come un’invasione.
Sono problemi che si pongono da soli.
Ma è il Pd che li ha resi irrisolvibili. Renzi aveva perfino nominato Calenda a
Bruxelles, per difendere l’Italia non potendosi riformare questa Ue. Salvo
richiamarlo subito dopo a Roma, forse per farsi i selfie con Merkel e Hollande da solo, abborracciando un suo pessimo
franglese. A Minniti, che si era applicato al problema migranti, si è arrivati
a rinfacciare un padre o un nonno generale o ammiraglio con simpatie
mussoliniane.
Questo non solo non è serio, è stupido.
Ma è ineliminabile nella sinistra, in questa sinistra. Che si fa scudo
dell’antirazzismo, che nessuno mette in discussione, forse nemmeno Casa Pound,
e finisce per gestire il piccolo business dell’accoglienza. Chi si è convinto –
il Pd ha convinto - che la Ue e gli
sbarchi sono problemi a un certo punto ha cercato un’altra soluzione. La
sinistra non ha bisogno di sogni, ma solo di liberarsi della superiore
stupidità.
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