Trump accusa Google di boicottarlo.
Google risponde che non è vero, che gli algoritmi che muovono il motore di
ricerca sono neutri, che Trump è trattato come un qualsiasi altro soggetto. Ma
non è vero, qualsiasi blogger o influencer,
come ora usa, lo sa: ci sono sistemi per potenziare la propria visibilità, più
o meno costosi. E gli effetti si vedono, parametrati all’investimento.
È un “aiutino”, indiretto, di Google, o
si fa a spese sue? Un metodo della visibilità sicuramente c’è, e la riprova è
che ieri per la prima volta, dopo l’attacco di Trump, Google ha fatto emergere
anche siti e media a lui favorevoli. La vera risposta a Trump è che Google, all’improvviso,
è diventato motore di ricerca equanime, non orientato.
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