Nel 1970, quando ancora le
multinazionali erano oggetto quasi sconosciuto, l’economista marxista
franco-egiziano ora deceduto ne individuava i meccanismi economici, con
puntiglio, in un’analisi chef a largo ricorso alla matematica, e quelli storici.
I meccanismi di un’economia comunque interconnessa. Non c’era ancora la globalizzazione,
la serie di accordi in sede Gatt e Wto, organizzazione mondiale del commercio,
che hanno liberalizzato gli scambi. Ma c’era una divisione internazionale del lavoro,
l’economia è una attività di vasi comunicanti, la creazione della ricchezza.
Sembra ovvio, certo che
c’era. Su basi ricardiane e imperialistiche. Neo imperialistiche, in parallelo
col neo capitalismo, ma non altrettanto ripulito – al Terzo mondo non era dato
consumare, solo produrre a costi minimi, specie le materie prime, agricole e
minerarie. In una ottica sempre di sfruttamento, incontestabile. Ma all’epoca la teoria del Terzo mondo lo diceva in via di sviluppo.
Come una tappa iniziale di un processo che lo avrebbe arricchito. Amin, egiziano di Parigi, ha
dovuto pubblicare la sua ricerca, che diventò subito un classico, un testo di
riferimento, con l’Ifan di Dakar, in Senegal, il museo etnografico dell’Africa
Nera. Dopo “L’accumulazione”, però, passerà alla Monthly Review Press, della
rivista omonima della sinistra non irregimentata, e in Italia entrerà nella Pbe
Einaudi.
La conclusione però è presto
perenta, con l’involuzione delle indipendenze africane: la liberazione delle
periferie esige la creazione di “strutture nazionali autocentrate”. Ma resta vero che il “nazionalismo è tappa necessaria verso il socialismo”:
bisogna prendere coscienza di sé.
Un testo di riferimento,
ancora attuale: non è un cammino unico dello sviluppo. C’è anche l’emigrazione: “L’apporto della
forza lavoro di origine immigrata costituisce anche un trasferimento celato di
valore dalla periferia verso il centro”. Il sottosviluppo si rileva\ rivela non
dal reddito pro capite ma da una formazione sociale peculiare. Non è uno stadio
dello sviluppo, è qualcosa di diverso, che non l’apparenta in alcun modo ad un
stadio preliminare dei paesi sviluppati. Le peculiarità di questa formazione
sociale sono: ineguaglianze settoriali e di produttività (formazione,
ore\lavoro, impegno), disarticolazioni sociali, subordinazione.
Samir Amin, L’accumulazione
su scala mondiale
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