venerdì 3 agosto 2018

Cronache dell'altro mondo - l’assedio di Chicago

Cominciava ieri, cinquant’anni fa, “l’assedio di Chicago”. Un evento che incise molto sul movimento del Sessantotto, e sulla “liberazione” dell’America. Promosso dal governo federale di Lyndon Johnson, il democratico vice-presidente di Kennedy, eletto nel 1964 e ora incandidabile per il fallimento della guerra che aveva voluto totale in Vietnam. Astolfo lo racconta in “La gioia del giorno”, un anno dopo i fatti:
“È festa a Algeri, fra i pochi che s’incontrano. Per la vittoria dei Sette a Chicago, che è quasi una città del destino. “E adesso a Chicago, per vincere”, disse Robert Kenedy all’hotel Ambassador di Los Angeles, e un improbabile arabo lo uccise - gli assassini a pagamento hanno vite improbabili. I primi Sette di Chicago furono gli scienziati del Franck Report, che prima di Hiroshima ne provarono le devastazioni.
“Nell’agosto del 1968, mentre i sovietici occupavano Praga, un piccolo esercito occupò Chicago, dove il partito Democratico doveva nominare il mite Humphrey candidato alla presidenza contro Nixon. Seimila soldati dei corpi speciali, affardellati da incursori con lanciafiamme e bazooka, oltre al fucile di ordinanza, furono elitrasportati in città. Di supporto ai dodicimila poliziotti locali assegnati alla Convenzione, che lavorarono tutto il tempo in turni di dodici ore, con elmetti schermati, scudi, manganelli, rivoltelle, walkie-talkies, lattine di mace e bombe lacrimogene, e a seimila riservisti della Guardia Nazionale. Il campo era stato preparato da ottocento detective dei vari servizi segreti, dell’Fbi e dell’Antinarcotici. La passione Usa per i numeri è di conveniente forza espressiva.
“I venticinquemila del piccolo esercito dovevano affrontare i dimostranti. Che, attesi in diecimila, dichiarati in cinquemila, furono duemila. E non contro Hubert Humphrey, o Muskie, il suo vice, ma per celebrare il Festival della vita, un’idea che Abbie Hoffmann, Paul Krassner e Rubin avevano avuto la notte di Capodanno, ricordando il be-in organizzato un anno prima a San Francisco da Ginsberg e i Flower Children, per il quale avevano creato gli Yippies, gruppi anarchico-mistici - Yippy da Youth International Party. Chicago è all’origine del movimento operaio: i lavoratori martiri del 1886 vi trasformarono il primo maggio, giorno della primavera celtica e delle streghe, in festa del lavoro. Nei fatti la questione era meno burocratica: la “cinque giorni di scambio di energia” di Hoffmann prevedeva concerti, nude-in in spiaggia, Lsd, workshop di poesia e vario genere. Un quinto dei dimostranti furono arrestati, salvati quindi dal bagno nelle acque infette del lago Michigan, sette rinviati a giudizio.
“I sette sono ora scagionati. Dopo un processo lungo quattro mesi e mezzo, dal 26 settembre 1969 all’8 febbraio, con una pausa di un giorno a Natale, sotto un giudice colpevolista richiamato dalla pensione che si è divertito un mucchio, e la giuria divisa in due, quattro innocentisti seduti da un lato, gli otto colpevolisti dall’altro. Un esempio di giustizia vera, che si dichiara e non si maschera di pandette, sillogismi, litoti. Anche se è costata a Bobby Seale quattro anni di prigione per oltraggio alla corte, non avendo ottenuto il rinvio del processo per la malattia del difensore, e neppure l’autodifesa, dopo essere stato legato e imbavagliato per le conseguenti intemperanze in aula, perché il giudice, benché pensionato, ha questo potere. La condanna per oltraggio, implicando il giudizio in altra sede, ha però consentito a Seale di sfilarsi dal processo.
“Il giudice Julius Hoffmann, caricando gli imputati e gli avvocati di 175 casi di oltraggio alla corte, ha offerto pure a loro una via per l’assoluzione in appello. Molto sportivo. Ma bisogna dire che tutti si sono divertiti, eccetto le quattro giurate innocentiste, soffocate dalla responsabilità: Seale naturalmente, Hoffmann, che si spogliava e mandava bacetti alla giuria, dichiarando al suo omonimo giudice: “Non ho cognome, vostro onore, l’ho perduto”, Rennie Davis che ha ordinato una torta in aula per il compleanno di Seale, e quando è stata sequestrata ha protestato: “Hanno arrestato la Torta”, Tom Hayden che salutava col pugno chiuso, il pacifista quacchero Dave Dellinger, condannato per i ritardi al gabinetto, che ha potuto chiosare: “Prima avete voluto che facessimo i bravi tedeschi e non parlassimo dei mali del paese, ora volete che facciamo i bravi ebrei e andiamo in silenzio al macello”. Una giustizia che ha sfruttato il più grande processo politico nella storia Usa per denudarsi a sua volta”.

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