Autostrade – Oggi desueto, in favore di
autoroute, è stato fino ai primi anni
1970 il nome francese per “autostrada”. Derivato dall’italiano, dalle prime
autostrade, Roma-Ostia, Firenze-Mare.
Céline – Sul “Venerdì di Repubblica”
Massimo Raffaeli affianca a Céline Roger Poulet, lo scrittore belga “contro”, di
cui si traduce ora “Contro la gioventù”,
ma autore anche di un “Contro l’amore”, “Contro la plebe”, “Contro
l’automobile”. Che dice “ferreamente reazionario”, quale s proclamava in
effetti, “nemico giurato della modernità”. e collaborazionista, cinico,
misantropo. Ma Céline era r reazionario, collaborazionista, cinico e
misantropo? Il fatto – il problema Céline - è che non lo è. Un po’ misantropo
da ultimo, ma contro il suo genio – peraltro scriveva moltissimo e parlava con
chiunque andasse a trovarlo, molto.
Colonialismo – Si esercitò al caldo, al tropico, ma fu freddo. Chesterston,
“L’uomo che sapeva troppo”, ha “il
tipico paradosso degli inglesi in Africa, la cui gelida freddezza pare
incrementata dal grande caldo”.
Dante – Ci sono le Malebolge anche in “Sotto il vulcano”, il giorno del
giudizio di una vita etilica. Ma senza crediti, la parola è usata da lessico inglese.
Le Malebolge ricorrono nel romanzo come
destinazione meritata dal giornalisti. E corrispondono a un sito fuori
Cuernavaca in Messico, detto barranca,
un burrone stretto che taglia il paesaggio.
Due culture – La medaglia Field (“il
Nobel della matematica”) al giovane Alessio Figalli, allievo di un liceo
classico, nemmeno dei più rinomati di Roma, mostra che le “due culture” nascono
da un complesso d’inferiorità dei tecnologi. L’umanista non teme e non avversa
le scienze. Marchionne era di formazione filosofo, poi specializzato in
economia e diritto.
Figalli smentisce anche il Berlinguer
dell’Istruzione, e l’apparato di vandali che ha lasciato vent’anni fa. Che
hanno demolito l’università e i licei e ora si occupano di ridurre all’ignoranza la scuola dell’obbligo. Tecnici che vogliono “americanizzare” la scuola, non
sapendo l’inglese.
Garibaldi – “Dalla Grecia fino alla
cattolica Spagna, dalla libera America fino alla serva Russia, il nome di
Garibaldi era una parola sacra, un sinonimo di libertà. Perché dunque oggi,
quando una miseria così grande opprime il popolo italiano, questo nome non
ricorre più sulle labbra, perché siamo costretti a riconoscere che si è persa
la fede in lui e a ricordare con dolore che le sue effigi sono state infrante
dalla furia popolare nell’eroica Sicilia?” (Mikhail Bakunin-Alberto Tucci, “La
situazione”). Questo non lo sapevamo. Oggi, nel 1868.
Indiretto libero – Turbava Pasolini, per la
difficoltà tecnica. Ma suona anche falso. Il “discorso” che è stato detto di
Flaubert, del’io-narratore che si esprime in terza persona, come se ricostituisse,
analizzasse, interpretasse detti e fatti della realtà, da osservatore imparziale,
scientifico (deduttivo), professorale.
Nato come tecnica più onesta, è invece
faticoso, a meno dei rari casi d’immedesimazione. Agli inizi del romanzo, e
anche nell’Ottocento, fino a Manzoni, l’autore si riconosceva narratore, per un
documento ritrovato, o anche senza riferimento – vi racconto una storia. Senza
fingere un realismo di programma: la verosimiglianza non è più onesta, solo più
faticosa.
Miramare - Il castello triestino è
stato fatale a molti di quelli che lo hanno abitato. La principessa Sissi. L’arciduca
Massimiliano e l’amata consorte, Carlotta.
Nomi – Odifreddi alla Versiliana
diventa Oddifreddi per il titolista della “Nazione”. Un anglicismo involontario
rivelatore: gli odds – probabilità - freddi.
“Ho 74 anni, Speiser è il nome
del mio ex marito. Ci siamo sposati quando avevo 19 anni e abbiamo divorziato
due anni dopo”, dice Jane Rose S peiser, imprenditrice immobiliare molto
attiva, tra l’innovativo e il sociale, oggi impegnata nell0entroterra ligure, a
Pornassio, dove ha comprato un quartiere, e a Genova. Una vita con un nome
odioso, di cuna beve convivenza, probabilmente litigiosa. Il nome ci identifica?
L’apaprtenenzam la famiglia, l’identittà?
Saggio – Viene meglio ai poeti. Il
saggio letterario, la critica: è l’acuta conclusione di Alessandro Piperno su
“La Lettura”, che ne elenca un’infilata mozzafiato: Coleridge, Leopardi,
Baudelaire, Valéry, Eliot, Yeats, Brodskij, Bonnefoy, “solo per citare i primi
che mi vengono in mente” – ma anche
Montale, Mandel’štam, Pound…. Mentre
i saggisti di professione, i critici, sono poco “critici” – aperti, mobili,
inventivi.
I migliori del Novecento Piperno li
elenca come monomaniaci, ripetitivi: Praz, Debenedetti, Macchia, Manganeli,
“per dire quelli che conosco meglio”. E Croce, Cecchi - Croce si salva come
storico dilettante, ottimo dissotterratore e narratore di personaggi e eventi
trascurati, e come filosofo (sic!).
Scrivere – “Con il mio primo romanzo
ho imparato che scrivere libri è molto più facile che venderli”, John Grisham,
in nota a “Il caso Fitzgerald”.
letterautore@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento