Dice: è
il fascismo. Ma questo professore non è nemmeno fascista. È uno che l’hanno
messo lì per sorridere, deve avere un rictus.
Abbaiano
i ministri, i vice-ministri e i vice-presidenti del consiglio dopo il crollo di
Genova: togliere la concessione e ridare l’autostrada all’Anas. La quale non
esiste più, se non come la più scassata delle aziende governative. Solo loro
non lo sanno, non vanno nemmeno in macchina – ma saranno guidare?
“L’Italia
esiste ma in Europa conta meno del Lussemburgo”. Eugenio Scalfari fa nel
domenicale di oggi su “la Repubblica” la scoperta dell’Africa, la quale era
stata scoperta prima di Gesù Cristo.
“Putin
oggi da Merkel: un bilaterale per discutere di dazi e minacce Usa”. È cambiato
il mondo, si sono rovesciate le alleanze? “Al vaglio anche il potenziamento di
«progetti commerciali congiunti»”.
“Oggi”
era ieri. Ma pare che le cose non siano andate diversamente dalle attese.
La
ministra degli Esteri austriaca si è sposata ieri e ha invitato alle nozze
Putin. Non altri, Putin. Col quale ha aperto le danze. Un asse Grande
Germania-Grande Russia sa di già visto, ma niente di buono.
La
Juventus, che solo quest’anno ha speso 250 milioni per nuovi campioni, va sotto
col Chievo, che non vale 25 milioni, penultimo classificato a giugno, e vince
per un’autorete e un golletto al 94mo. Si vorrebbe dire che il calcio non è i
soldi. Ma è vero in un motivo ragionieristico: pagare troppo un campione, nel
caso Cristiano Ronaldo, scolla la squadra, tra invidie e recriminazioni, molti
semplicemente non giocano. Si vince in undici.
“Sul
ponte di Genova”, spiega l’architetto Carughi su “la Repubblica”, fin dagli
anni ’70 lo stesso Morandi aveva constatato i primi inconvenienti dovuti
all’aggressività dell’atmosfera”. Ma si è fatto poco per rimediare una delle
strutture che hanno stupito il mondo, illustrando l’ingegno italiano nei libri
d’architettura e ingegneria”. Perché non doveva rimediare Morandi, ma l’Anas, e
poi Autostrade, col ministro dei Lavori Pubblici a vigilare.
I ponti
crollano non per colpa degli ingegneri ma dello Stato, sempre più miserabile.
Un caso di stupro particolarmente violento non si può
perseguire in Germania perché l’aggressore ha lo status di “rifugiato” e il rifugiato non si può arrestare. I tedeschi sono tornati tedeschi.
“I mea
culpa della Troika: «Sulla Grecia troppi errori»” – “la Repubblica”. Confessano
errori, anche gravi, il Fondo monetario e la Banca centrale europea. Ma senza
colpe per nessuno. Fa molto fino riconoscere errori, senza colpe. Che invece
sono politiche e sono chiare: i funzionari Fmi, Bce e Ue che hanno
commissariato la Grecia non sono incapaci.
Una delle
pubblicità iettatorie sulle sigarette recita: “Il fumo del tabacco contiene
oltre 70 sostanze cancerogene”. Siamo tutti dei sopravvissuti?
“Il caffè
è cancerogeno? Il, caffè andrà servito al bar con un avviso sui suoi effetti
cancerogeni? In California un giudice ha imposto che l’espresso sia accompagnato
da un’informazione simile a quella delle sigarette” – Federico Rampini, “la Repubblica”.
A quando un avviso che i giudici sono cancerogeni? E la California?
È la
California a guidare l’ecoprotezionismo, fino allo sciacquone diviso per la
pipì e per la cacca, per risparmiare l’acqua. La California risparmia sullo
sciacquone, non sulle piscine. E brucia, anche d’inverno. Non bisognerà
proteggere l’ambiente dalla California?
Non si
può ricostruire e Norcia, spiega Rumiz su “la Repubblica”, perché la prefettura
non vuole – ma è lo stesso a L’Aquila, a Amatrice. Per “la politica dei mille
permessi”, in realtà del non fare. Il terremoto è una disgrazia relativa, anche
se fa dei morti, che i prefetti non fanno, non ancora – ma forse sì.
“Il
Fatto” fotografa il Circo Massimo due giorni dopo la kermesse col papa. Una
discarica. Non c’è salvezza?
Sabino
Cassese spiega sul “Corriere della sera” che gli Stati non sono mai sovrani.
Bella scoperta. Ma gli Stati non sono nati per acquisire – delimitare, disporre,
affermare – la sovranità, un po’ di?
Non si
contano più le violenze di ragazzi e non più ragazzi, anche mortali, contro chi
è minimamente di colore. Aizzati da un certo Salvini, che è il ministro
dell’Interno, nonché vice-presidente del consiglio. Che non ha sentito il
bisogno di dire basta o fermatevi. Un giovanottone milanese che si è fatto eleggere
comodo in Calabria, dagli ex fascisti. Non parla nemmeno l’avvocato professor
Conte, presidente del consiglio ex nihilo.
Questi personaggi sembrano inventati, e invece hanno dirazzato l’Italia. Niente
di meno, la storia è presto fatta: si dirà il 2018 l’anno di un certo Salvini
con un certo Conte, che hanno in pochi giorni imbarbarito l’Itala.
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