L’ultimo atto vergognoso di
uno Stato nuovo già infausto per un numero incalcolabile di tasse e per le vessazioni.
E la creazione, invece dell’unità, della questione meridionale. Bakunin lo
sapeva già, parliamo di metà anni 1860. Due anni prima di Bakunin, sempre a
Napoli, Dumas aveva quotidianamente lamentato la miseria in cui si precipitava
il Sud e la camorra imperversante, nel tentativo vano di promuovere una
politica efficace. “Bakunin tradurrà questa analisi in un progetto politico che
riassume soprattutto in ‘Stato e Anarchia’”, rileva subito Lorenzo Pezzica, che
questo Bakunin ha curato – “un contributo che Nello Rosselli nel suo ‘Mazzini e
Bakunin’ non manca di rilevare”.
Quando Napoli pensava
Viaggio è improprio. Se non
nella cronologia che Pezzica premette, quasi una vita di Bakunin, prima e dopo
il lungo soggiorno in Italia. Sono raccolti cinque interventi di Bakunin
sull’Italia. Due estratti da “Etatisme et anarchie”, 1873. Uno dei quali
sancisce la divisione e lo scontro con Mazzini - dove c’è, in due parole, tutto:
il “programma comunista-statalista di Marx”. Bakunin ha scritto di meglio - il
lavoro di Pezzica è probabilmente la parte migliore. Ma il volume è una chicca
per la storia dell’anarchia e del socialismo. Per il ruolo d Napoli, prevalente
ancora nell’Italia unita. Per il revival
di Bakunin, l’altra via del socialismo, libertario se non liberale, che Marx
segò e perseguitò, come poi i marxisti-leninisti (i sovietici).
Bakunin visse in Italia a
lungo, dal 1864 al 1867. E anche dopo, i contatti rimarranno costanti e intense,
specie con Carlo Cafiero. Con i soldi si Cafiero si comprerà casa in Ticino, “La
Baronale”. Nei primi anni 1870, isolato da Marx, può ancora contare su un seguito
in Italia – cui destina nell’ottobre 1871 una “Circolare ai mei amici d’Italia”.
La rottura è del 1868, al primo congresso della Prima Internazionale. Bakunin
si orienterà definitivamente per per l’individuo contro il collettivismo.
Traduce il “Capitale” in francese, ma Marx è spietato. Nel 1872 lo fa espellere,
dopo averlo sommerso di calunnie e infamie. Intanto, Bakunin aveva rotto anche
con Mazzini – la rivoluzione soprattutto divide.
Il viaggio in Itaia era
cominciato il 10 gennaio 1864 con lettere commendatizie di Mazzini, fornite
dall’esilio a Londra. Il 16 a Genova incontra Bertani. Il 19 è a Caprera, dove
resta tre giorni. A Livorno fa visita a Guerrazzi ammalato. A Firenze si stabilisce
durevolmente. Con abbonamento al Vieusseux
per leggere i giornali, e incontri con la numerosa comunità straniera, molti
rifugiati politici. Da Firenze viaggia spesso, per tenere i contatti. In Svezia.
A Londra, dove il 3 novembre 1864 riceva una visita di cortesia di Marx, i due
non si vedevano dal 1848, per informarlo dell’avvenuta costituzione della Prima
Internazionale. A Milano incontra Felice Cavallotti.
A giugno del 1865, dopo quasi
un anno e mezzo, lascia Firenze per Napoli, dove a ottobre aveva conosciuto gli
ambient libertari, partecipando all’XI congresso delle società operaie mazziniane.
Per tre mesi riiederà a Sorrento, poi in città. Dove anima un nutrito gruppo di
intellettuali rivoluzionari, collabora al gionale garibaldino “Il popolo d’Italia”
(lettere che firma “un francese”), e infine, a febbraio del 1867, fonda con
alcuni giovani napoletani il circolo Libertà e Giustizia. Che ad agosto darà
anche vita a un giornale.
A Napoli è raggiunto per un periodo
dal fratello Pavel con la famiglia – Pezzica illustra il volume, oltre che con
fotografie, con gli schizzi napoletani di Natalya, la moglie di Pavel. Gli ultimo
mesi Italian, da maggio ad agosto 1867, li passa a Ischia, a Lacco Ameno. Lascia
Napoli per la Svizzera.
Su “Libertà e Giustizia”,
poco prima di lasciare l’Italia, pubblica “La questione slava”, che poi gli sarà
rimproverato, il primo scritto in cui si dichiara anarchico. Ma lascia i gruppi
rivoluzionari napoletani fortemente motivati a partecipare ai lavori della
Prima Internazionale, l’Associazione promossa da Marx. In Svizzera invece
prende contatto con la costituenda Lega per la pace e la libertà, promotori Garibaldi,
John Stuart Mill, Victor Hugo, Louis Blanc- Al cui primo Congresso tiene anche
una relazione. Ma prende contatti pure con Nečaev, il terrorista russo autore
del “Catechismo del rivoluzionario”. E comunque l’anatema di Marx arriva presto.
Quando Mikhail muore, l’1
luglio 1876, la moglie Antonia, 37 anni, si trasferisce a Napoli, dove sarà
accudita, con le figlie, che vivranno poi tutta la loro vita nella capitale del
Sud, e si risposa con Carlo Gambazzi. Giulia Sofia sposerà il famoso chirurgo
Caccioppoli, e sarà madre del matematico, Renato. Maria, “Marussia”, farà carriera
accademica, professoressa di Chimica, e avrà un ruolo rilevante quale organizzatrice
culturale, collaborando con Croce – a Marussia Bakunin Napoli ha intestate un
viale.
Michail Bakunin, Viaggio in Italia, Elèuthera, pp. 143,
ill. € 12
Nessun commento:
Posta un commento