giovedì 6 settembre 2018

Cronache dell'altro mondo - 6

La rivista culturale “The New Yorker” prima invita Bannon, il teorico nazionalista, al suo festival della Mente e poi, criticata da cantanti e attori, cancella l’invito. L’America è fatta a Hollywood – di celluloide si diceva una volta, oggi ombra digitale? L’America ha cancellato il dissent, che diceva la sua colonna vertebrale.
Bob Woodward, che intercettò la “gola profonda” del Watergate, pubblica un libro contro Trump, con le testimonianze dei più alti collaboratori del presidente odiato. Che ne dicono male e malissimo, anche se sono stati messi lì da Trump. John Kelly, il generale che è il suo braccio destro alla Casa Bianca, lo dice “un idiota”.
Un commento sul “New York Times” afferma che i dirigenti di più alto livello alla Casa Bianca di Trump ne sono “disgustati”. Un commento anonimo, nella pagina dei commenti. Sul “New York Times”, il giornale americano per eccellenza. Trump avrà avuto la colpa di inselvaggire l’opinione americana, l’opinione pubblica. Tanto più se, com’è probabile, l’anonimo del “Nyt” è parte del lancio pubblicitario del libro di Woodward. O non sarà l’opinione pubblica americana selvaggia di vocazione? Asia Argento, Woody Allen, #metoo ipocrita, George W. Bush, ora riverito, Ronald Reagan, ora osannato, ogni giorno un’esecuzione capitale, con pentimento?
L’America si sveglia agli stupri, e alla violenza in genere contro le donne, a opera delle star e starlette che se la sono fatta con chiunque capitasse, di poter fare un film. Quanti film inutili si conoscono, come il cavolo a merenda, di attrici italiane a Hollywood – Weinstein produceva, faceva produrre, e vinceva tutti gli Oscar a cui puntava. Trump, presidente bene o male eletto, è messo sotto accusa da una pornostar, peraltro matura. Asia Argento da una modella in cerca di likes.

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