domenica 9 settembre 2018

Governati dagli algoritmi, con frode


Da veicoli della libertà d’informazione, universale, e vittime delle censure, a monopolisti: il salto è stato breve per i motori di ricerca e i social. Google ha perso presto il suo lato gioviale e facilitatore, per diventare arcigno gestore di spazi pubblicitari, nonché – perché, col suo algoritmo dai mille tentacoli – guardiano occhiuto di tutte le nostre abitudini, anche quella di cui non ci siamo ancora accorti. Senza che nessun potere se ne sia occupato mai, è questa al cosa più preoccupante. Per esempio per tassarli, che sarebbe la cosa più ovvia del mondo ma in Europa, per dire, non si può. E probabilmente non è nemmeno corruzione. i big della rete non pagano per farla franca, è il loro potere di persuasione-dissuasione.

Esenti da leggi anche ora che l’America fa scandalo di interferenze russe nella politica Usa: il Russiagate è confronto vecchio stile, da guerra fredda, non ha indotto alcuna analisi del rischio che il sistema dell’informazione del millennio possa corrompere la vita civile e politica. Il carattere di monopoli dei nuovi giganti della comunicazione si manifesta anche così, col potere eccessivo, condizionante, esclusivo, che esercitano sulla politica.
Il sottotitolo è ancora più forte: “Come Gogle, Apple, Facebook e Amazon pensano per noi”.  Sanno tutto di noi e ci servono il piatto pronto. Ma Franklin Foer è solo un esperto, giornalista al mensile “The Atlantic” – nonché fratello maggiore del romanziere Johnathan Safran Foer: non può fare, può solo dire.
Siamo governati dagli algoritmi. Ma non  senza malizia, non degli algoritmi.
Franklin Foer, I nuovi poteri forti, Longanesi, pp. 300 € 22



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