Bisanzio – Fu
l’avamposto dell’Occidente o non il suo tradimento? In una sorta di
anticipazione dell’islam, col quale collimerà? Ponendo il quesito, nel lungo
saggio “Fuga da Bisanzio” (nella raccolta di saggi scritti in inglese e
pubblicati in America “Less than one”, meno di uno), il poeta russo Iosif
Brodsky, emigrato giovane in Occidente, premio Nobel 1987, dà per implicita la risposta. Ma è pieno di
argomenti. Partendo dal fatto che il Drang nach Osten di Costantino,
come potremmo chiamarlo modernamente,a
seguito della visione “in hoc signo
vinces”, nel segno della croce, è alla ricerca di una croce viaria con cui
Roma costruiva le città. Irridente ma non troppo: Costantino andò cioè a creare
un’altra città. Prova ne sia che prima esaminò il sito di Troia e poi decise
per i Dardanelli. Il cristianesimo c’era già, si può aggiungere, in tutto il
Medio Oriente e fino in India.
Non il cristianesimo, dunque, ma
un certo principio politico interessava Costantino: “Ciò che Costantino portò a Bisanzio aveva
connotati che non erano più quelli della cultura classica: era già la cultura
di un evo nuovo, maturata sotto il segno del monoteismo”. Che il potere vuole
assoluto. “Lo sforzo di Costantino, uomo del’Est”, cresciuto all’Est col
padrino Diocleziano, “è solo un episodio della generale spinta dell’Est verso
Ovest” – “un nomade cavalca sempre verso un tramonto” (180).
Brodsky
ha un’altra idea di Costantino. Il cui passaggio a Oriente analizza come una
fuga da Roma. Dove abbandona la chiesa, malgrado l’appello della croce. Per
esercitare il potere nelle forme orientali, asiatiche. Una specie di primo
crociato. Che si fece però un impero duraturo, si può aggiungere, e poco
“franco”. Servendosi di una forma riduttiva di chiesa. Da cui per questo dopo qualche secolo Roma ebbe difficoltà a
non separarsi.
Di
seguito alcuni estratti delle argomentazioni di Brodsky.
“Che
cosa vide e che cosa non vide Costantino mentre guardava la carta di
Bisanzio?Vide, per usare un eufemismo, una tabula
rasa. Una provincia imperiale abitata da greci, ebrei, persiani e simili-
una delle popolazioni con cui aveva di solito a che fare, tipi sudditi della
parte orientale del suo impero”…
“Non
vide, invece, che aveva a che fare con l’Est. Una cosa è scendere in guerra
contro l’Est – o anche liberare l’Est – e un’altra è viverci. Con tutta la sua
grecità, Bisanzio apparteneva a un mondo nel quale il valore dell’esistenza
umana era misurato secondo idee totalmente diverse da quelle accettate
all’Ovest: a Roma, per quanto pagana fosse”. C’era la Persia, non c’era
l’Ellade: “Se ad Atene Socrate poteva essere processato pubblicamente e poteva
pronunciare interi discorsi – tre discorsi! – in propria difesa, a Isfahan
mettiamo, o a Bagdad, un Socrate sarebbe stato impalato seduta stante, impalato
o flagellato, e tutto sarebbe finito lì. Non ci sarebbero stati dialoghi
platonici, né neoplatonismo, niente: infatti non ci furono”. RE qui c’è la
continuità: “Ci sarebbe stato solamente il monologo del Corano: infatti ci
fu.Bisanzio era un ponte verso l’Asia, ma il traffico che lo attraversava
fluiva nella direzione opposta. Certo, Bisanzio accettò il cristianesimo. Ma
questa fede , lì, era destinata a orientalizzarsi”.
Numerosi
saranno i segni di questa predisposizione, di questa linea di continuità. Con
l’iconoclastia che monta insieme con l’islam. “Tutta la scolastica bizantina,
tutta la dottrina e il fervore ecclesiastico di Bisanzio, il suo cesaropapismo,
il suo dogmatismo teologico e amministrativo, tutti i trionfi di Fozio e i suoi
venti anatemi – tutte queste cose derivarono dal complesso d’inferiorità della
nuova capitale, da un patriarcato ultimogenito che doveva fare i conti con la
sua stessa incoerenza etnica”. Bisanzio si distinse nelle guerre soprattutto
contro l’Ovest, portando a “una lenta ma costante erosione della croce e a un
crescente relativismo nella mentalità bizantina”. E “chi sa se la sconfitta
finale dell’iconoclastia non si debba spiegare con la sensazione di
un’inadeguatezza della croce come simbolo e con la necessità di una
contrapposizione visiva all’arte antifigurativa dell’islam? E se non fu
l’ossessivo merletto arabo, l’incubo dell’arabesco, a spronare Giovanni
Damasceno?)”, il teologo arabo di fede cristiana, vissuto forse cent’anni a
cavaliere del 700, venerato come santo dagli ortodossi e dai cattolici, in
primo piano contro l’iconoclastia decretata dal 726 dall’imperatore Leone III.
Prima
l’islam, poi la Russia, c’è un filo con Bisanzio: “L’antiindividualismo
dell’Islam avrebbe trovato a Bisanzio un terreno così propizio che col nono secolo
il Cristianesimo non si sarebbe fatto pregare per fuggire verso Nord”. Lo
scollamento era già radicale: “Il Cristianesimo che la Rus’ ricevette da
Bisanzio nel nono secolo non aveva assolutamente nulla in comune, ormai, con
Roma. Perché, nel suo viaggio verso la Rus’, il Cristianesimo si lasciò dietro
non solo toghe e statue, ma anche il codice civile di Giustiniano”.
(continua)
Civiltà – Si
diffonde da Sud a Nord. Come la vegetazione. In direzione opposta a quella dei
ghiacciai.
Ma
questo nell’emisfero Nord.
Lira turca – Era
“un irreale mezzo di pagamento per prestazioni reali” già quarant’anni fa per
il viaggiatore Josif Brodsky.
Nomadismo – Va, è
andato, da Est a Ovest. E dentro una fascia climatica. I tartari e i mongoli
nella fascia delle terre nere. I beduini nel deserto. I boscimani nel Kalahari.
Gli eschimesi dentro il circolo polare artico.
Oriente
– Il “fascino” dell’Oriente non sarà il servizio senza prezzo, dal
lustrascarpe al tè, molto buono, in un mercato senza valore, opina il poeta
russo Brodsky in “Fuga da Bisanzio”, 164. “Al
grido di guerra della bionda che sta diventando grigia: «Che affare! Che
affare!»”, al bazar e davanti alle vetrine.
Nutre le
religioni: tutte le religioni vengono da Oriente. Nessuna religione – un corpo strutturato
di credenze - è germogliata in Occidente, le Americhe e l’Africa comprese
(molti profeti ma nessuno stabile, dotato di fondo). O sì, la religione copta e
il culto di Isis in Egitto. Ma quanto l’Egitto africano, sahelico, non deve
all’Asia?
astolfo@antiit.eu
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