Si è acculati da troppo tempo dall’Europa,
e cioè proprio dal foro cosmopolita per eccellenza, ad atteggiamenti
nazionalistici, e non è una buona cosa. Una prospettiva nazionalista non è
buona cosa: nel vasto mondo che cosa è l’Italia? Ma bisogna pure difendersi, se
aggrediti. C’è una guerra giusta, e il suo principio è questo, la difesa contro
le aggressioni.
Parla Draghi contro il governo
italiano, nello stesso giorno in cui la Commissione Ue trova a Roma tanti
“piccoli Mussolini”. Naturalmente l’attacco non è concordato, non c’è l’ora X, ma
lo è: Moscovici e Draghi pensano e parlano allo stesso modo, e non sono i soli,
non parlano a titolo personale. I loro rilievi possono essere più o meno fondati,
ma poiché si tratta di opinioni sono insieme fondati e infondati: critiche di
questo tipo, volontarie (si possono anche non fare), si fanno per aggredire. La reazione è perciò
necessaria. Per questo, ma anche se Draghi, o Moscovici, parlassero in deliquio
singolo.
La difesa è però problematica. Perché
automaticamente accula al fascismo, o al populismo. È in questo l’aggressività
dei rilievi di Draghi e Moscovici: che sono insidiosi. Hanno già fatto male,
prima che una qualsiasi difesa sia apprestata.
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