sabato 29 settembre 2018

Vita serena di un poeta sereno

Celebrato in vita, trascurato in morte. Lui, Montale, come ogni altro scrittore o artista italiano, da Moravia in giù, l’italia corre distratta  - e magari non sa dove: senza passato non si può. Questa biografia è l’unica esistente. Riproduce tal quale l’“Eugenio Montale” del 1969, della collana Longanesi “Gente Famosa”, che immortalava personaggi celebri, per lo più viventi. Una collana svelta, di gusto giornalistico.
Giulio Nascimbeni, allora cronista letterario principe al “Corriere della sera”, molto materiale ha tratto dalla pratica quotidiana con lo stesso Montale, che era stato a redattore al giornale – “giornalista a 52 anni” - prima dela pensione. Ma si basa anche sulle letture, e qualche ricerca d’archivio.
Una biografia piacevole perché aneddotica. Ragazzo affascinato da Cléo de Mérode. Con poca scuola: fa le tecniche, il futuro trilaureato honoris causa, anche da Cambridge, e si ferma alla terza, per la salute malferma. Sarà autodidatta, leggendo scompostamente di tutto, e più di tutto socievole, addottrinato dalla frequentazione di coetanei meglio formati, da Sbarbaro a Sergio Solmi. E poi Bobi Blazen, soprattutto, e Piero Gobetti. Le Cinque Terre naturalmente, anche se Montale non ci tona più “da quarant’anni”, dal 1929 – “la Liguria è troppo imbruttita”. L’incontro con Svevo, davanti a una locandina della Scala a Milano. Di cui sarà “il rabdomante”, ben guidato da Bazlen, prima e meglio dello scopritore ufficiale, Benjamin Crémieux in Francia. Il periodo “triestino”, sempre via Bazlen – “ricordo Trieste come si ricorda una patria”. Comprese le baruffe con l’ossessivo Saba. E l’Eugenio traslato da Bazlen in Eusebio, che sarà il nomignolo familiare. Drusilla Tanzi, futura moglie, la “Mosca”.
La biografia non dice nulla di nuovo sulle origini, lo sviluppo, la qualità di Montale poeta. Né di veramente appropriato – se il ragazzo che debutta con “Ossi di seppia” sarà poi il poeta veramente  civile del Novecento. Ma ne corrobora l’immagine di persona garbata, portata all’aneddoto, con una visione cioè faceta della vita, e quadrata: già senatore a vita, prossimo al Nobel, un poeta che non vive di traumi.Montale è ben il poeta che è vissuto “al 5 per cento”, e non si gonfia, né si camuffa. Solo, ha saputo viverlo bene, da antifascista già nel 1925, e contro D’Annunzio trionfante, con i suoi magri ossi di seppia.

Giulio Nascimbeni, Montale, biografia di un poeta, Il Leggio, pp. 187 € 18

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