Oreste Bossini, il critico musicale
del “Manifesto”, fa della stentata ricezione di Wagner il segno di due
debolezze: di un nazionalismo tedesco invasivo, “desideroso di farsi amare”,
sopratutto in Italia, e “dell’irrisolta questione di una identità culturale
italiana”. Ma il vero scoglio è probabilmente quello che la direttrice dell’Istituto
organizzatore, Roberta Ascarelli, menziona nel saluto: il convegno si tiene il
giorno dopo la commemorazione della retata tedesca degli ebrei del ghetto a
Roma, e di Wagner ritorna imperiosa l’immagine dell’ipernazionalista, nonché antisemita.
Ora, anche l’Italia vuole bene alla Germania, ma a ogni piega deve contestarne
il nordismo.
Un’altra notazione di Bossini
è più pertinente: Wagner resta fuori della miglior cultura italiana che si
forma in Germania, da Pirandello a Croce e Gentile. Solo D’Annunzio ne scrive e
ne parla, e con cognizione. Per l’ideale di Gesamtkunstwerk
che condivideva col compositore, dell’opera d’arte totale, vita e arte insieme
– ma senza gli entusiasmi francesi, va aggiunto, o di tanti musicologi ebrei,
in Germania e fuori.
Allargando il fuoco ai legami
culturali tra Italia e Germania, il convegno ha ricordato Max Koch, grande critico
culturale tedesco tra Otto e Novecento che la lasciato la sua biblioteca,
ventimila volumi, all’Istiuto romano, autore di una biografia wagneriana in tre
tomi. Domani il convegno entrerà in tema, esaminando il Wagner di Errante,
Manacorda, Gabetti e Mila – nonché di Adorno e Thomas Mann. Ma il Wagner
politico aleggia. Hans Rudolph Vaget, il germanista ceco emigrato negli Usa,
studioso di Goethe, Wagner e Thomas Mann, trova un peccato grave il patrocinio offerto
a un Hitler in disgrazia, nel 1923, dagli eredi di Wagner che gestivano
Bayreuth: “l’alleanza con Bayreuth” tolse Hitler dall’isolamento, e identificò
Wagner col nazismo. Un passo importante anche per la degenerazione del nazismo,
aggiunge lo studioso, che intitola il suo saggio, meditato, “Come Hitler divenne «Hitler»:
il fattore Wagner”.
Abbasso il Tango e Parsifal!, Istituto Italiano di Studi Germanici,
Roma villa Sciarra 17-18 ottobre
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