Un Gadda manageriale,
sintetico. Con piglio didattico svelto, da funzionario efficiente – il testo è
dei cinque anni che fu alla Rai, bisognoso di uno stipendio, giornalista professionista
redattore ordinario. Non c’era da dubitarne, era un ingegnere. Pratico anche, da
bravo aziendalista: recupera le norme che Piccone Stella aveva redatto qualche
anno prima per il giornale radio che dirigeva, sui tempi, i linguaggi, i modi
di porgere. Con innesti da analisi matematica alla stilistica del mezzo: una
litote va bene, “è gentile e civilissima figura” (“questa lirica non è malvagia”),
“una doppia litote è, le più volte, un problema di second grado”, che è
“difficile risolvere mentalmente” – “impossibile risolvere un problema di terzo
grado”, la “catena dele litoti” è “ferale”.
Spigliato anche, senza le
formule apotropaiche di cui abbondava, detet comunemente scongiuri: “Resosi
defunto anche Gabriele D’Annunzio, la «orazione» è alquanto decaduta nei gusti
del pubblico”.
La storica della lingua Maria
Rosa Bricchi inquadra le “Norte” nelle mansioni che Gadda svolse alla Rai a
Roma, assunto da Angioletti, quale redattore al Terzo Programma. Un’attività
grigia, che non lo incupisce, ma si drammatizza nelle confidenze e la corrispondenza
– che mi tocca fa’.
Più colpisce, di questi
paratesti con cui si irrobustisce il ripescaggio delle minutiae d’autore, la
qualità degli interlocutori, Contini, Devoto, etc., e la qualità dei temi che
si discutevano, in anni, 1930, che pure sarebbero infausti. Oggi Gadda in Rai
dovrebbe seguire, al meglio, qualche talk-show.
Carlo Emilio Gadda, Norme per la redazione di un testo radiofonico, Adelphi, pp. 56 € 6
Nessun commento:
Posta un commento