Al cinema, nei romanzi, nelle cronache, i cattivi sono russi –
gli americani in genere buoni, anche quelli della Cia, per le sinistre,
americane. I russi sono avvelenatori, hacker, sovversivi, mestatori, vandali. Lo
erano nella guerra fredda, in quanto comunisti, e quindi all’opera per
sovvertire l’Occidente, Ma continuano ad esserlo anche ora che la R ussia non è
niente, solo un paese grande.
Pigrizia? Il bersaglio è comodo, per cronisti soggettisti e
romanzieri. Tanto più che la Russia, dopo trent’anni di libero transito, resta
terra incognita. Per il pubblico è disinformacija
e non va bene, si rischia grosso. Ma il pubblico non conta nell’opinione
pubblica – quando si rifarà la storia dell’opinione pubblica bisognerà ternerlo
presente.
O non è pigrizia. Col cattivo russo imperante è scomparso del
tutto il cattivo americano- “un americano tranquillo”, “il nostro agente all’Avana”.
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