mercoledì 17 ottobre 2018

Il terremoto non c’è stato in Baviera

I tre partiti della Grande Coalizione a Berlino sono in difficoltà, ma non c’è stato un terremoto elettorale in Baviera. Il voto sancisce l’allarme fra i partiti al governo federale. Mettendo in difficoltà Angela Merkel, nel suo partito, i cristiano-democratici, e nell’alleanza con cui governa, i socialdemocratici e i cristiano-sociali. Ma non ha terremotato l’opinione, contrariamente alle analisi che se ne fanno: gli orientamenti restano saldi, e così lo stesso schieramento politico.
Nulla in Baviera di simile a quanto è avvenuto in Italia, dove gli orientamenti politici tradizionali e consolidati sono stati ribaltati. Il voto tedesco, nella regione più ricca e meglio amministrata della Germania, è stabile, a sinistra, al centro e a destra. Ci sono stati spostamenti consistenti fra partiti contigui, ma non è una novità: l’elettorato tedesco diffida dei governi troppo forti, quale era la Csu, i cristiano-sociali, e vota quando può per il simile. Ha così dato l’11 per cento – quanto ha perso la Csu - a una formazione scissionista della Csu, i Liberi Elettori. Che ora governeranno il Land con la Csu.
Gli equilibri politici sono rimasti immutati. Il voto socialdemocratico si è travasato nella formazione contigua dei Verdi – che non sono, neanche lontanamente, affini a 5 Stelle, come si ama far credere. A destra Afd raccoglie quel 10 per cento di voto che c’è sempre stato in Germania, frazionato fra le formazioni paranaziste, mai entrate nei Parlamenti, e la base più conservatrice del partito Liberale. Ma ha perso due punti e mezzo rispetto alle politiche di appena un anno fa. La Linke è rimasta al 3 per cento, fuori anche dal Parlamento statale.

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