martedì 30 ottobre 2018

La deriva della Germania - senza Merkel non sarà meglio

Ha governato col “troppo poco troppo tardi”, non una grande politica. Non all’altezza di una Germania che si proponeva di rivivere il tempo dell’egemonia. La prima donna cancelliera, per questo già nella storia, con quattro mandati, anch’essi storici. Per questo sarà ricordata, ma per nient’altro – a parte il salvataggio delle banche tedesche nel 2008-2009 con molte centinaia di miliardi di euro della Ue. Una badante e una rattoppatrice. Forse, però, perché non poteva altro, come lei stessa soleva dire nelle riunioni europee e internazionali – “vedeste in Germania!”. Ha governato moderatamente una Germania già da tempo divisa e spostata a destra. Ma non è riuscita a recuperare la spinta centrifuga.
Il recupero delle spinte reazionarie, e il gioco di anticipo sulle tentazioni eversive, è compito quasi istituzionale, prima ancora che politico, che i cristiano-democratici, insieme con i cristiano-sociali bavaresi, si sono dato nella Repubblica Federale. Ora non riesce più, ma forse non per colpa di Merkel. 
La riforma delle riforme, varata nel 2005 dal governo socialista, col sostegno del sindacato, la liberalizzazione totale del lavoro, ha spostato progressivamente il voto a destra. Già il voto a Merkel, la leader cristiano-democratica, fu nello stesso 2005 un primo spostamento verso destra. Poi Merkel ha governato con questo e con quello, a destra e a sinistra indifferentemente, ma i socialisti e la parte progressista della Cdu hanno perso voti non negli ultimi quattordici mesi ma progressivamente da tempo. La liberalizzazione totale del lavoro ha salvato l’industria dalla delocalizzazione e ha fatto la Germania grande con le esportazioni, col dumping sociale, ma ha impoverito dieci milioni di tedeschi – tanti vivono di sussidi.
Lo spostamento a destra, un voto di protesta più che nazionalista o razzista, è costante in ogni elezione da qualche tempo. Con la crescita di Alternative für Deutschland, dei Liberali, e degli stessi Verdi, lecologia ha unanima di destra in Germania, nonché della Csu di Dobrink, delle frange bavaresi reazionarie. Lo stesso avvicendamento che la Cdu, il partito della cancelliera, le chiedeva da settembre dell’anno scorso, è per una leadership più moderata, se non nettamente destrorsa – nel senso populista, del “salviamo i bisognosi”.

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