Arriva la Grande Scrittrice
in provincia, per il suo ultimo libro, “Le ali della morte”. E il club letterario
delle donne, il Lunch Club, si eccita. Ma naturalmente non si sa che dire alla
Grande Scrittrice. Che naturalmente non è proprio eccitata dalla tournée, una corvée.
Ma il problema non è della
conoscenza, il racconto è uno sketch della
vita americana, borghese, femminile, in provincia. Di cui ora tutto si sa
attraverso gli sceneggiati tv, e molti libri, di Updike, Talese e altri, ma un secolo fa una novità, una tipologia che Wharton portava alla luce.
Per il lettore italiano oggi
un singolare raffronto emerge con analoghi circoli paesani, quelli siciliani dei
racconti di Sciascia e Camilleri, anche loro spesso in attesa dell’Ospite. I
caratteri qui sono sfumati, non “caratterizzati” come è l’uso nella narrativa
siciliana (il teatro siciliano ha sempre molti ottimi “caratteristi”). Ma è sempre
il vecchio rito atellano del “vieni avanti, cretino”.
Edith Wharton, Xingu, Passigli, pp. 61 € 7,50
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