Al culmine della crisi dell’Aids, negli anni
1980-1990, molti che ne furono affetti vendettero le polizze vita nominando un
beneficiario a loro sconosciuto, spesso una società, scommettendo in pratica
sulla propria morte. Tra gli anni 1980 e 1990 un nuovo settore finanziario si sviluppò.
Dei “regolamenti viatici”, molto attivi nella promozione e la pubblicità, specie
nella stampa Lgbtq.
“Un regolamento
viatico”, spiega la Treccani, “è la vendita di una polizza assicurativa vita
esistente da un terzo a un terzo per più del suo valore di rendimento in
contanti, ma inferiore alla sua prestazione di morte netta. Tale vendita
fornisce al proprietario della polizza una somma forfettaria. Il terzo diventa
il nuovo proprietario della polizza, paga i premi mensili e riceve il pieno
vantaggio della polizza quando l'assicurato muore”.
Senonché nel frattempo si realizzavano i
farmaci inibitori e anti-virus e molti sono sopravvissuti.
Uno di essi, Sean Strub, oggi sindaco di Milford
in Pennsylvania, che col ricavato ha poi
creato il periodico POZ, spiega che “viaticò” tre polizze vite, realizzando il
93 per cento del “caso morte” su una polizza da 150 mila dollari, il 70 per
cento su una polizza da 300 mila, e circa il 50 per cento su una da 20 mila.
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