lunedì 1 ottobre 2018

L'Occidente nasce in Mesopotamia

Poemetti di miti poco frequentati ma che si rivelano fondatori della civiltà occidentale, nella sua duplice versione greco-ebraica. La creazione come divenire: “Quando il superno e l’inferno erano stati compiuti,\ quando gli dei e le dee erano stati generati,\ quando la terra era stata posta e costruita,\  quando Ie determinazioni del cielo e della terra erano state determinate,\ quando canale e fosso erano stati raddrizzati…”. Poi viene il diluvio. La regalità è ordine e apprendimento, conduce l’umanità fuori dallo stato selvaggio. Si cominciano le discese agli Inferi. Con la “selva oscura”. E in alternativa i “morti viventi”. Il poemetto intitolato “Miti della creazione” è la creazione e disposizione di quello che in Grecia sarà l’Olimpo, tal quale. Un Asclepio ricorre, col nome di Adapa.
La violenza è il mito fondante – la vera radice dell’Occidente (se l’Occidnete non è violento non è niente)? L’ultima revisione della storia greca, quella Einaudi curata da Settis, la lega all’antico Egitto. Ma è una storia che comincia con le guerre, una in campo aperto, e una dentro il potere. Il proprio di ua civiltà nomadica, maschile. L’Egitto dei faraoni è un’altra civiltà, matrilineare e materna, sedentaria, agricola peprfino – e forse ha ragione Cheikh Anta Diop, che le dava origini nubiano-africane. 
È la riedizione tal quale del vecchio lavoro di divulgazione dell’assiriologo istriano Furlani, per la collana “La Meridiana” di Sansoni, 1954. L’edizione Mimesis mette in quadro l’opera di Furlani  (1885-1962) e i successive sviluppi degli studi assirio-babilonesi, opera in particolare di Semerano e Pettinato, con un’introduzione dell’assiriologo dell’“Orientale” Pietro Mander.
Giuseppe Furlani (a cura di), Poemetti mitologici babilonesi e assiri, Mimesis, pp. 124 € 9

Ghibli, pp. 93 € 8

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