L'Europa (non)
finisce con i tecnocrati. La condanna di una legge di cui nulla sanno, la
condanna preventiva. Da parte di un esecutivo di finti tecnocrati, di fatto
rappresentanti di due gruppi politici minoritari da troppi anni, Dc - Tajani compreso - e socialisti.
Per il resto obbedienti alla politica di Berlino.
Un passo senza precedenti, con modalità senza precedenti. Di nessuna saggezza: i partiti anti-Bruxelles non potranno che beneficiarne. La violenza suicidaria è la riprova della pochezza di Bruxelles e dei suoi colori politici: l’antieuropeismo non viene per caso.
Paradossalmente danno ragione a Salvini: che ci sarà l’Europa, di nuovo, quando questi cadaveri saranno interrati.
I mercati già non ci credono. Milano, che solitamente amplia le oscillazioni, per la ristrettezza del listino, perde la metà di quanto Londra e Francoforte perdono per la crisi di Wall Street.
Grillo
esagera alla manifestazione romana dei 5 Stelle, contro il presidente della
Repubblica e contro le vittime di autismo, e i giornali sono in pensiero: Grillo
vuole riprendersi i 5 Stelle? Grillo abbandona i 5 Stelle? Ma Grillo è sempre
stato Grillo, non si nascondeva – sono mutati gli ex Pci che lo votano (quando
non votano Lega).
“Responsabili
verso il paese, non solo verso i social”. Dice bene il presidente del consiglio
Conte. Il governo di Casaleggio ha dell’incredibile. Il suo governo, di Conte.
Conte chi?
Ma non è
una farsa: li abbiamo visti al Quirinale, hanno giurato, vanno e vengono con le
auto blu.
Ipertassare
le pensioni di chi se le è pagate con i contributi, chiamandole per gli scemi
“pensioni d’oro”, come se fossero regalate da Grillo, nel mentre che si
condonano le tasse e le multe agli evasori, come ritratto del nuovo non c’è
male. Ma qui si va sul delittuoso impunemente, e anzi accrescendo i consensi.
Il
“Corriere della sera” che si affida alle penna “scientifica” del fisico Rovelli
per avallare l’uso libero della marijuana era de vedere. La borghesia milanese
vuole essere libera di fumare e di tirare. Non c’è più religione, i soldi
stanno per tutto, si capisce la Lega, l’affarismo, il radicamento
dell’affarismo.
La
diossina non c’è a Milano. Neanche la truffa agli enti locali per lo smaltimento
dei rifiuti. Le imprese appaltatrici che bruciano i rifiuti invece di trattarli
o riciclarli come da contratto fanno parte del “tessuto connettivo” della
società. Facile dire una società dei rifiuti.
Non
si trova la diossina a Milano, malgrado i tanti roghi di rifiuti, perché non si
trova un appaltatore o subappaltatore mafioso. Si cerca da settimane e mesi e
niente. Bisogna essere con Milano: forza Milano: fuori il mafioso
La
guerra americana in Iraq, che secondo il governo doveva costare nel 2002 “non
più di 50 miliardi” di dollari, è costata “oltre” mille miliardi. Quanto aveva
calcolato nello stesso 2002 William Nordhaus, ora Nobel per l’Economia – il giornale
gli fa dire “un trilione”, cioè un miliardo di miliardi, ma è ma è trillion, americano per mille miliardi. .
La sporcizia è a Roma incredibile. Non quella fotografata e
postata da artisti delle fake, col
maialino a ruzzolare. Quella quotidiana, in tutte le strade, attorno a tutti i
cassonetti. Di sacchi dell’indifferenziata, e di carta e cartoni. Ma nessuno
protesta: aspettano i 780 euro a gratis, al mese. Per che altro avranno votato
la sindaca?
Non protestano nemmeno le cronache locali, che a Roma sono controversiste.
Si aspetta l'assegno anche nelle redazioni? Diavolo di un Grillo.
Il massimo del progresso è, in Islanda, paese delle donne, le
classi separate a scuola, maschili e femminili. Per proteggere le femminucce.
Che, come si sa, fra loro non non sono aggressive. E gli altri generi?
Sì comprano squadre di calcio per lucrare sui debiti – per prestare
loro soldi a un buon rendimento. Era il caso del famoso Thohir, che non sapeva
cosa fosse l’Inter, ma si faceva pagare dal club un comodo 8 per cento. E il
caso del cinese Suning, che presta 230 milioni. Anche i Suning colgono l’opportunità
con l’Inter.
Pi c’è un altro cinese, Lizhang, che “investe” sul Parma,
che non sa cosa sia e dove.
I cronisti esaltano il comodo investimento, come impegno
sportivo e anzi mecenatismo. Non solo quelli dell’Inter. Al Milan è la stessa
cosa, anche se la proprietà, prima un cinese ora un fondo americano, è più sofisticata.
Ma al’insaputa dei milanesi?
Ora ci prova Berlusconi? Che si è affezionato al Monza. Che
è solo perdite. Berlusconi si è illusrato per le plusvalenze, su ogni bene su
cui ha messo gli occhi, dal Milan alle assicurazioni – una sorta di
portafortuna. Ma ora anche lui giocherà alla crisi. Per la prima volta
ristruttura: riduce gli stipendi, taglia.
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