Il titolo è di un articolo
del luglio 1974 sul “Corriere della sera”, di critica della disattenzione in cui
si avvolgeva uno sciopero della fame di Pannella lungo ormai di settanta
giorni. Per una congiura del silenzio imposta dal Pci, scriveva Pasolini, e
dalla D c insieme col Vaticano, attraverso le loro articolazioni nei media. All’indomani
del successo al referendum del 12-13 maggio sul divorzio, Pannella aveva
ingaggiato battaglia contro gli aborti clandestini. Ma nessuno gli dava
udienza, né in Parlamento né al Quirinale, e anche i media tacevano.
Il fascismo perdurante è uno
dei temi che ossessionavano Pasolini. Ma pochi interventi denunciavano la
censura politica, molto forte a sinistra, oltre che in ambito cattolico. Fascismo
era per Pasolini il neo capitalismo, come allora si diceva, la futura società
dei consumi.
È contro il capitalismo che
Pasolini invocava un vero antifascismo, nuovo, adeguato a tempi, invece che
quello, assolutorio, di maniera. Gli antifascisti diceva fascisti se corrivi al
neo capitalismo.
Pier Paolo Pasolini, Il fascismo degli antifascisti,
Garzanti, pp. 96 € 4,90
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