Un Sorrentino restio a
parlare dei suoi film, come sempre. Come Fellini. È miglior regista, anche
scrittore, che promotore di se stesso. Come Fellini, anche in questo. Ma un po’
tutti i registi lo sono, Ejzenštein è un’eccezione, che si teorizzava: il produttore
di immagini non si sistematizza.
Dicono cose più intelligenti i
suoi interlocutori, Anna Bandettini e Maltese – il colloquio, lungo, argomentato,
è delle giornate veneziane “la Repubblica delle idee” qualche anno fa. Lui dice
che si è formato sul cinema americano e su quello inglese, “e poi solo
successivamente” su quello italiano. Diremo che rifà Fellini senza saperlo?
Paolo Sorrrentino, La mutazione italiana in pellicola, la
Repubblica, pp. 47 free online
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