venerdì 12 ottobre 2018

Sorrentino come Fellini, senza saperlo

“Quello che serve per fare questo lavoro è la capacità di meravigliarsi,di stupirsi”. E: “Penso che sia fondamentale l’ingenuità”. Cioè, tutto il contrario.
Un Sorrentino restio a parlare dei suoi film, come sempre. Come Fellini. È miglior regista, anche scrittore, che promotore di se stesso. Come Fellini, anche in questo. Ma un po’ tutti i registi lo sono, Ejzenštein è un’eccezione, che si teorizzava: il produttore di immagini non si sistematizza.
Dicono cose più intelligenti i suoi interlocutori, Anna Bandettini e Maltese – il colloquio, lungo, argomentato, è delle giornate veneziane “la Repubblica delle idee” qualche anno fa. Lui dice che si è formato sul cinema americano e su quello inglese, “e poi solo successivamente” su quello italiano. Diremo che rifà Fellini senza saperlo?
Paolo Sorrrentino, La mutazione italiana in pellicola, la Repubblica, pp. 47 free online

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