Da “canaglia” a alleato? A Kim
Jong-un, il principe ereditario del partito Comunista nord coreano, si guarda d’improvviso
a Washington come a un possibile alleato.
Sarebbe, è, una revisione politica
radicale. Solo pochi mesi fa il
giovane leader della Corea del Nord era a
Washington un capriccioso guerrafondaio, innamorato di missili e atomiche. Ma
un partito tenace nell’establishment
americano, legato ala Corea del Sud ma non solo, che ha sempre ritenuto Pyongyang non “perduta”,
vede ora segni sostanziosi di un possibile recupero.
Kim sarebbe sensibile
alla possibilità di unificare le due Coree. Gli scambi con Seul lo avrebbero
galvanizzato in senso non più bellicistico ma di padre della patria. L’opinione
è fermamente radicata a Seul. E a Washington non dispiacerebbe. L’ipotesi di
una Corea unificata in funzione anti-cinese, come già col Vietnam.
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