Il documentario sull’alluvione di Firenze (Focus tv) ha una straordinaria novità, otre alle tante scene e
immagini inedite dell’evento: l’immediato recupero delle attività artigianali e
commerciali attraverso una sorta di autofinanziamento privato. Beppe Fantacci,
un uomo d’affari cresciuto negli Stati Uniti, ebbe l’idea di un prestito
gratuito da lanciare negli Usa per sottoscrittori picoli e grandi, conoscitori
e appassionati di Firenze o semplici mecenati, lo propose al sindaco Bargelini
che imediatamente lo sponsorizzò, costituì in 24 ore un fondo Alfa (American
Loans to Florence Artisans), garantito da se stesso e altre due personalità note
in America, lo stilista Emilio Pucci e il buyer
Enzo Tayac, diffuse negli States i filmini da lui stesso girati per dare il
senso dell’accaduto (i material usati da D’Agostino), e raccolse in una
settimana milioni di dollari. Il fondo Americano aveva intanto doppiato, tramite
la Camera di commercio, con un fondo italiano. Di donazioni per lo più a fondo
perduto. Raccolse alcuni miliardi di lire, che consentirono un migliaio di
prestiti gratuiti, da 2 a 5 milioni, agli artigiani e commercianti danneggiati.
Col risultato di rilanciare l’attività riprese immediatamente, e per di più, solitamente,
col recupero invece che col rinnovo, col restauro di ambienti e botteghe. Una
trovata geniale.
Fantacci ebbe anche l’idea
risolutiva per recuperare la testa della statura della Primavera del ponte
Santa Trinità travolto dall’Arno: tutti gli altri pezzi si ritrovarono la testa
no. Ne fece dei manifestini tipo “wanted” che affisse dappertutto, promettendo
una taglia a chi consegnava la testa e garantendo l’anonimato. E la testa
riemerse – più pratica la taglia che una vendita sottobanco.
Il fai-da-te postcatastrofe è
stata adottato dieci anni dopo in Frruli, dopo il terremoto. Anche qui on
successo – i crediti al solito inesigibili verso lo Stato, sui fondi per la
ricostruzione, vennero scontati presso le banche: meglio l’80 per cento subito
che la burocrazia. Altro successo. Le uniche storie di successo
post-traumatiche, dal Belice all’Irpinia, L’Aquila, Amatrice e Norcia, e senza
le illegalità che bisogna condonare a Ischia.
Gianmarco D’Agostino, Camminando sull’acqua
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