Le lettere di Heidegger alla
moglie Elfride, quelle da lei conservate, e poi affidate alla nipote Gertrud
per la pubblicazione. Dalla primissima, “cara signorina Petri”, del 9 dicembre
1915, a quella del 10 aprile 1970, l’ultima, sempre affettuosa, da Augusta,
subito prima del colpo apoplettico che il filosofo soffrirà mentre era a letto
con un’amante. Una delle tante amanti che nel libro s’incontrano – ma di
questa, che pure parteciperà cinque anni dopo al funerale di Heidegger, si tace
il nome: la pubblicazione ha richiesto un complicato iter autorizzativo da
parte dei parenti e eredi delle donne coinvolte..
Un libro di lettere d’amore,
dunque – dopo l’ictus, finite le lettere, sarà comnque sempre lei, la moglie,
ad accudire lui per cinque anni. Ma di fatto una storia di infedeltà, dalla
parte di lui soprattutto, ma anche, e inizialmente, dalla parte di lei. Cui si
potrebbe anzi attribuire la molla delle infedeltà continue di lui. Una breve
nota del secondogenito della coppia, Hermann, il figlio da Heidegger
prediletto, accompagna le lettere con la confidenza che la madre gli ha fatto a
quattordici anni, quindi nel 1934, obbligandolo al segreto, che lui è in realtà
figlio del padrino di battesimo, il dottor Friedel Caesar, suo amico di
gioventù. Concepito dunque fuori del matrimonio otto mesi dopo la nascita del
primogenito Jorg.
Non una cosa tragica. Lui non
manca di rimproverarle l’adulterio. Lei non mancherà di rimproverargli le
“menzogne”. Lui non nega, ma ha bisogno di “fuoco”, dice, per poetare-pensare.
Lei glielo accorda.
La parte più godibile della
compilazione sono le note della curatrice, Getrud Heidegger, che contestualizza
le lettere, con note a ognuna sempre interessanti, e compila dela coppia due
biocronologie familiari, e non, dettagliando le amanti di lui, tantissime, e
probabilmente non tutte. Col corredo di numerose interessanti foto.
Un libro di lettere d’amore e
di tradimenti, non una novità. Ma si legge con curiosità proponendosi lui,
tanto inautentico, come il filosofo dell’autenticità.
È solo una parte delle
lettere di Heidegger alla moglie. Senza le lettere di Elfride. Per scelte non
spiegate della nipote Gertrud. Una pubblicazione che ha avuto vicende
complesse, di cui Hermann Heidegger, cui il filosofo ha confidato la
pubblicazione dell’opera omnia, si è lamentato all’epoca lungamente in un’intervista con Angel
Xolocotzi, pubblicata da “Micromega” nell’“Almanacco di filosofia” del
2007. Parte di una cura editoriale delle
opera di Heidegger disorganica e “parentale”, più che filologica, che Thomas
Sheehan poteva lamentare in dettaglio già nel 1980, in un saggio sulla “New
York Review of Books” del 4 dicembre, quando ancora solo una ventina di volumi
dell’edizione diretta dallo stesso Hermann erano apparsi. Un’edizione non
critica, più che altro mirata al mercato. Come ultimamente si vede con la
pubblicazione a sorpresa dei “quaderni neri”, i quaderni di appunti di
Heidegegr, più che altro mirati al success
de scandale. Si direbbe il libro della infedeltà, familiare e editoriale.
Martin Heidegger, Anima mia diletta, il melangolo, pp.
381 € 28
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