Le stelle, “bellezze etterne”
e “«cose belle”» per definizione, tornano al termine di ogn cantica, “nella’Divina
Commedia’, sino al verso finale del ‘Paradiso’, dove «l’amor che move il sole e
l’altre stelle» chiude il poema riecheggiando i versi che nel canto I
dell’‘Inferno’ avevano inaugurato il viaggio di Dante”. L’inizio del viaggio è
“sancito dal riferimento alle stelle”. Poi, dopo il “cieco mondo” dell’Inferno,
“la prima cosa che Dante nota all’uscita dall’«aura morta» è che Venere,
splendendo in cielo insieme ai Pesci, «faceva tutto rider l’oriente»”.
Una lettura-gioiello della
“Commedia” tenuta da Boitani a un Festival estivo, il Futura Festival di
Civitanova Marche, il 31 luglio 2015 – un piacere di cui non priva una lunga
introduzione di Massimo Arcangeli di cui si capisce poco, forse astrologica. Da
studioso appassionato delle stelle, ma di acume critico singolare.
“Dante, che per raffigurare il
Paradiso non poteva contare su modelli iconografici precedenti, ispira la sua
poesia alle stelle. Poesia che non esclude il mito, ma piuttosto lo eleva al
sublime”. Figura mitologica è “la Galassia, scrittta con la «g» maiuscola”, la
donna che allatta. La “Commedia” stessa ha un “movimento circolare”, stellare.
Per “la consonanza tra «l’amor che move il sole e l’altre stelle» del verso
finale e l’amor divino che, nel I
canto della ‘Commedia’, «mosse di prima quelle cose belle»”. Di stelle Dante ne
poteva vedere a profusione a Ravenna, nei cieli bizantini.
Dante non è stato il primo: la
poesia “sulle stelle ha avuto inizio col famosissimo plenilunio cantato da
Omero nell’VIII libro dell’‘Iliade’… Una delle descrizioni liriche più
suggestive di tutti i tempi, otto versi di un plenilunio che non ha paragoni
nella poesia occidentale, almeno fino a Dante” - e poi Leopardi, che le stelle
di Omero trovarono singolarmente vicino: “Lesse il brano in lingua originale
all’età di undici anni e ne rimase folgorato”. Al verso finale, “l’amore che
move il sole e l’altre stelle”, Dante “è
diventato una stella”: il suo desiderio viene mosso-ricreato da Dio allo stesso
modo come all’inizio del poema Dio ha creato le stelle.
Piero Boitani, Dante e le stelle, Castelvecchi, pp. 45
€ 5
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