Non ci sono le viventi, per
esempio George Sand, di proposito, spiegava, per non fare torti. Ce ne sono di
durevolmente famose, Duras, Staël, Lafayette, Charrière, e di dimenticate. E c’è,
scritto per l’occasione, un apologo di Mme de Sévigné, “persona incomparabile”,
perché “è impossibile tentare di parlare delle donne senza mettersi preventivamente
in gusto e come in umore con Mme de Sévigné” – come “una di quelle invocazioni
o libagioni che si sarebbero fatte nell’antichità alla pura fonte delle grazie”.
A suo modo insomma galante. Ma lettore coscienzioso delle scrittrici che presenta.
C’è anche la Rochefoucauld, che è uomo, ma perché “uomo coperto di donne”.
Un volume si direbbe oggi alla
moda, delle biografie e del femminismo - il ritratto non è la biografia, ma
insomma avvicina alle persone. E Sainte-Beuve si dilettava delle une e delle altre.
Con questa epigrafe, che presenta come “Dialogo inedito”, di autore
sconosciuto: “Siete stato dunque donna, signore, per pretendere di conoscerci?”
“No, signora, non sono il divino Tiresia, non sono che un umile mortale che vi
ha molto amate” – nel “Cahier vert”, brogliaccio-diario, il dialogo inedito era
un po’ imprudente, nota il curatore di
questa riedizione Gérald Antoine: “Siete stato dunque donna, signore, per
pretendere di penetrarci?”
Sainte-Beuve, Portraits de femmes, Folio, pp. 700 €
13,10
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