giovedì 15 novembre 2018

Giallo squallore

In una Barcellona fuori cliché,  imbruttita, sventrata per l’Olimpiade, e col “catalanismo” invadente nella toponomastica, indigesto al catalano autore, i barboni vengono uccisi. Argentini sfuggiti alla dittatura militare anni 1970. Vengono fatti fuori, benché inermi, e fuori tempo massimo, dai residui destrorsi del paese della pampa, e da quelli franchisti in Spagna, passati con le stesse funzioni nel regime democratico. Senza fini, senza nemmeno malanimo, per un  riflesso condizionato – il cattivo fa il cattivo.
Non incoraggiante, Vázquez Montalbán era propripo arrabbiato: il romanzo, pubblicato postumo, aveva lasciato inedito. Ma, seppure politicamente improbabile, ha molto ritmo. L’estrema caccia ai fuoriusciti si scatena quando in Spagna il giudice Garzon decide di perseguire gli argentini, anche dopo venti o più anni, se responsabili di persecuzioni contro cittadini spagnoli.     
Manuel Vázquez Montalbán, La bella di Buenos Aires, Feltrinelli, pp. 158  €7,50

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