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martedì 13 novembre 2018

In memoria dei mafiosi

Le “vite” di Giuseppe Genco Russo, Michele Navarra, Luciano Leggio, i Greco, i La Barbera, Tommaso Buscetta, Rosario Mancino, Mariano Licari, Salvatore Zizzo, Vincenzo Di Carlo. Chi sono, che avranno fatto? Bisogna stropicciarsi gli occhi per ricordare, o capire: sono mafiosi, siciliani, di Palermo e dintorni. Illustrati da una Commissione parlamentare antimafia. Senza quattro quarti ma con molti omicidi e efferatezze a sostegno.
È il primo libro che magnifica la mafia, 1971. Pubblicato dagli Editori Riuniti, casa editrice allora del Pci, è la relazione al Parlamento della prima Commissione antimafia. Girolamo Li Causi nell’introduzione, il primo segretario del Pci in Sicilia, e la premessa alla relazione spiegano la pubblicazione “non tanto per illustrare le gesta delittuose dell’uno o dell’altro esponente”, quanto “per cogliere i motivi di quelle gesta”, l’ambiente, le carenze, le responsabilità ataviche delle “gesta”. Ma è quello che il volume fa, illustrare: Navarra, Genco Russo, Leggio, Buscetta, i Greco, questi Greco venivano anche sui “familiari”, i settimanali tipo “Oggi”, “Gente”, sono personaggi che non si ricorderebbero se non fossero stati scritti qui.
Un libro d’oro di assassini per lo più, e nient’altro.  Se non fossero stati lasciati a lievitare invece che perseguiti subito. Senza disegno sociale o politico, che disegno, e senza attenuanti o disagi ambientali – che poi sarebbero razziali: il Veneto era più povero della Sicilia negli anni 1950. 
Commissione parlamentare antimafia, I boss della mafia


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