Da parte americana il
problema non è Trump. L’amministrazione è con lui, con il concorso di
banche e industrie: la Cina opera in dumping
sociale, tecnologico (copia di tecnologia senza spese di ricerca) e finanziario (sottovalutazione dello yuan). È un rovesciamento nazionale della politica
americana, non partitico o legato a Trump. La scelta della globalizzazione fu fatta
a metà degli anni 1980 su base nazionale e non di parte – fu disposta da un presidente
repubblicano, quindi anticomunista e pro guerra fredda, George Bush, che era
stato anche ambasciatore a Pechino, oltre che capo della Cia, e rispondeva alle
esigenze dell’apparato industriale
e finanziario americano.
Da parte cinese la presidenza Xi si caratterizza per n rovesciamento della posizione detta da Deng Hsiaoping nel 1986 in parallelo con l’apertura di Bush, “mai contro gli Stati Uniti”. Il presidente a vita Xi ha disposto l’occupazione militare del mare Cinese Meridionale e Orientale, tra Giappone, Corea, Malesia e Filippine, e intende proporsi a leader economico mondiale, quello cioè che detta le condizioni, sfruttando il suo enorme mercato interno. I programmi cosiddetti della via della Seta e dell’Eurasia, con l’Africa come appendice, mostrano un atteggiamento internazionale militante, seppure limitato agli investimenti.
e finanziario americano.
Da parte cinese la presidenza Xi si caratterizza per n rovesciamento della posizione detta da Deng Hsiaoping nel 1986 in parallelo con l’apertura di Bush, “mai contro gli Stati Uniti”. Il presidente a vita Xi ha disposto l’occupazione militare del mare Cinese Meridionale e Orientale, tra Giappone, Corea, Malesia e Filippine, e intende proporsi a leader economico mondiale, quello cioè che detta le condizioni, sfruttando il suo enorme mercato interno. I programmi cosiddetti della via della Seta e dell’Eurasia, con l’Africa come appendice, mostrano un atteggiamento internazionale militante, seppure limitato agli investimenti.
Un cambiamento di linea di
cui sono spia le ripetute “scuse” umilianti imposte a vari operatori occidentali che
operano in Cina per i motivi più vaghi. Risentito peraltro subito dai vicini
asiatici: la conferenza annuale l’altra settimana in Papua Nuova Guinea dei 21
paesi del Pacifico è stata una tre giorni di Cina contro tutti.
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