Fra
i casi di “trappola di Tucidide” esemplificati dallo storico americano Allison
in “Destinati alla guerra”, di guerra cioè preventiva per evitare che una
potenza emergente assurga all’egemonia, c’è la “guerra di Crimea”, allora guerra
d’Oriente. Quella dichiarata da Francia e Inghilterra nel 1853 contro la
Russia.
Il
motivo non mancava, anche allora. La Francia voleva il patrocinio esclusivo dei
luoghi santi in Palestina, mentre la Russia pretendeva di intromettersi in
quanto protettrice dei cristiani ortodossi. Per questo si combatté una guerra
di tre anni, dal 1853 al 1856. Di fatto Francia e Inghilterra volevano bloccare
il passaggio della Russia attraverso il Mar Nero e i Dardanelli nel
Mediterraneo. Su questo riuscirono a mobilitare anche l’impero ottomano. E il regno
di Sardegna – il Piemonte di Cavour. Che non c’entrava, ma Cavour si accattivò
con poco Francia e Inghilterra, che poi sarebbero state decisive per
l’unificazione dell’Italia.
Ora
non ci sono di mezzo i cristiani. Ma una minaccia ai cristiani sì, del
fondamentalismo islamico. C’è di mezzo anche la Crimea propriamente detta. Con
la Russia nel doppio ruolo, di protettrice dei cristiani, e di potenza
nuovamente mediterranea, in Siria. Anche le alleanze sono più o meno analoghe:
l’Europa sta con gli Usa, benché a malincuore, e il ruolo del Piemonte è di vari
potentati arabi. La Russia questa volta ha la Turchia dalla sua – sembra
averla. E l’Italia, dove si vuole mettere?
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