domenica 4 novembre 2018

La guerra di Crimea


Fra i casi di “trappola di Tucidide” esemplificati dallo storico americano Allison in “Destinati alla guerra”, di guerra cioè preventiva per evitare che una potenza emergente assurga all’egemonia, c’è la “guerra di Crimea”, allora guerra d’Oriente. Quella dichiarata da Francia e Inghilterra nel 1853 contro la Russia.
Il motivo non mancava, anche allora. La Francia voleva il patrocinio esclusivo dei luoghi santi in Palestina, mentre la Russia pretendeva di intromettersi in quanto protettrice dei cristiani ortodossi. Per questo si combatté una guerra di tre anni, dal 1853 al 1856. Di fatto Francia e Inghilterra volevano bloccare il passaggio della Russia attraverso il Mar Nero e i Dardanelli nel Mediterraneo. Su questo riuscirono a mobilitare anche l’impero ottomano. E il regno di Sardegna – il Piemonte di Cavour. Che non c’entrava, ma Cavour si accattivò con poco Francia e Inghilterra, che poi sarebbero state decisive per l’unificazione dell’Italia.
Ora non ci sono di mezzo i cristiani. Ma una minaccia ai cristiani sì, del fondamentalismo islamico. C’è di mezzo anche la Crimea propriamente detta. Con la Russia nel doppio ruolo, di protettrice dei cristiani, e di potenza nuovamente mediterranea, in Siria. Anche le alleanze sono più o meno analoghe: l’Europa sta con gli Usa, benché a malincuore, e il ruolo del Piemonte è di vari potentati arabi. La Russia questa volta ha la Turchia dalla sua – sembra averla. E l’Italia, dove si vuole mettere?

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