La partita è ancora aperta, del
bilancio 2019 sui mercati, ma quando parla Moscovici, o chiunque altro a
Bruxelles, naturalmente per dire che questo o quello non va, i mercati non
reagiscono, lo spread segue un suo percorso
autonomo. Le “autorità” di Bruxelles sono come una campana fuori orario, o fuori
luogo.
Bruxelles trova sempre qualcosa
da ridire contro l’Italia, contro il governo ma non solo, ogni giorno, Moscovici,
Juncker (che però da un po’ tace: Conte ha recuperato qualche posizione con le
democrazie cristiane europee?), Djisselbloem, Dombrovkis, o come si chiama il
lituano o lettone, i mercati si regolano senza ascoltarli.
Perché i fatti, i fatti
economici, sono altri. Oggi si possono riassumere col presidente dello Esm, il
fondo europeo “salva-Stati”, che è pure un tedesco, Klaus Regling: “Non ha
senso paragonare l’Italia alla Grecia. I fondamentali dell’economia dell’Italia
sono molto più forti, c’è un’eccedenza delle partite correnti”, con l’estero, “e
un avanzo primario relativamente alto”. Questo soprattutto, che in Italia si trascura:
da venticinque anni il debito cresce su se stesso, per gli interessi sul
debito, al netto degli interessi l’Italia ogni anno spende meno di quanto
incassa.
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