Una satira della psicoanalisi,
bonaria e fredda - spietata. Una forma di ipocondria, affollata di “terribili
sintomi di patologie inesistenti”. Di uno che muore svuotato dalla “lacaniana
Parola dell’Io”. Aspettando di vivere. Procrastinando la vita in attesa della
guarigione.
Un favolello, disegnato da
Jean Cortot con didascalie italiane, che però non si pubblica in italiano, solo
nella traduzione francese, dello stesso Tabucchi. Che Tabucchi termina dicendo
la storia, “veridica e istruttiva”, dall’analista raccontata all’autore, e da
questi “scrupolosamente tradotta in italiano”.
Di Tabucchi del 2001, prima
della scivolata arcigna nella politica, col gusto ancora del paradosso. La gentile
ironia si estende all’uso dei cognomi plurimi, paterni, materni e ancestrali.
Antonio Tabucchi, Le triste cas de Monsieur Silva da Silva e
Silva, Fata Morgana, pp.. 29, ill. € 10
Nessun commento:
Posta un commento