Costanzo, che ha adottato la
cifra sintetica di Rossellini, dell’ultimo Rossellini, di mostrare invece di
dire – gridare, inveire – ha creato due icone nelle piccole Gaia Girace, la
bruna Lila, il maschio in noi, inventivo, calcolatore, determinato, e
Margherita Mazzucco, la chiara Lenù, la figlia tipo della famiglia borghese tipo,
che la madre coarta e il padre protegge, destinata alla sofferenza senza altro
motivo. Ma, troppo presenti, nella sceneggiatura e\o nel montaggio, la
narrazione fanno infine sorda, appiattita sull’inevitabile.
La scelta del dialetto
stretto, da far sentire via sottotitoli, aggrava la sensazione con la distanza.
Di un mondo piatto e – perché - remoto.
Saverio Costanzo, L’amica geniale
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