Bancassicurazione è l’ultimo tassello
di una strategia intesa a defraudare il risparmiatore. Perché è una strategia,
non può essere un caso: è pervasiva e duratura, da almeno due decenni, dalla
banca universale. Nessuna possibilità di piani di accumulo in banca, non con i
fondi, non con le obbligazioni, non con i pir, né con altri strumenti più
sofisticati. Gli strumenti ci sono, in altri mercati funzionano, proteggono il
risparmio, anche a beneficio del risparmiatore, per la vecchiaia, per i figli,
per i nipoti, per beneficenza, in Italia vanno tutti in perdita. Tutti.
La banca onnivora, che ha fagocitato agenti
assicurativi e di borsa, con i quali era possibile confrontarsi e investire con
qualche esito, fagocita (distrugge) tutto: il risparmio bancario è la
distruzione del risparmio. Il risparmio che il presidente Mattarella richiama e
onora, rimproverando gli spreconi al governo, è affidato in banca a consulenti
riciclati, quasi tutti senza competenze specifiche. Nell’ottica bancaria cara ai governi prima di questo.
Un
richiamo anche su questo versante sarebbe stato necessario, e non da
ora. Ma, certo, non si può pretendere: il presidente della Repubblica è pure
lui parte del partito bancario, anche per le nomine recenti in Banca d’Italia. Il partito dei Draghi e Visco, dei Bazoli e Profumo, dei vertici Bpm, mutevoli ma
tutti della parrocchia, di ben due aumenti di capitale truffaldini del Monte
dei Paschi, delle tante truffe emerse a danno dei correntisti e obbligazionisti
nelle banche regionali, il tutto avendo a referente politico il partito del presidente. Compreso
l’illustre professore Monti, che ha rovinato gli indifesi, nominato membro a vita dello
stesso partito, senatore ad honorem - un bancario. Poi dice
che l’Italia vota Grillo.
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