Il giudice Ranazzi va negli
annali per avere statuito infine che se uno ignora la legge non è colpevole.
Una prima mondiale, storica. Fa piacere
per la sindaca di Roma Raggi che così è stata assolta, ma la giustizia non tocca il fondo perché non ce l’ha. Anche a
non considerare la certezza che i compagni di partito di Raggi avevano della
sua assoluzione. In cambio, si era detto, dell’accelerazione del divieto di
prescrizione. Pettegolezzi.
Il giudice Ranazzi comunque è
andato oltre: non solo ha assolto la sindaca, ma ha rivoluzionato il diritto. Da
Craxi e fino a Berlusconi i politici “non potevano non sapere”, erano cioè
condannati “oggettivamente”. Ranazzi invece assolve la sindaca “soggettivamente”:
è una brava donna. È sempre giustizia politica. La negazione della giustizia.
La prescrizione ai giudici
italiani, ai quali piace atteggiarsi a boia, di lunghe esecuzioni, lunghissime,
naturalmente non va giù. È uno dei fondamenti della legalità, ma ai giudici sta
sul gozzo e quindi va abolita. Grillo pronto obbedisce, lui è per gli spettacoli
in piazza. Senza considerare, questo
giudice non finisce di stupire, che la
sindaca ha liberato dalla tutela dei due Marra. Ai quali lei doveva le
informazioni contro il sindaco Marino (la Panda rossa, gli scontrini fiscali) che
le hanno permesso di crescere in consiglio comunale, nel suo partito, e nelle
cronache romane. Non li aveva promossi per altro, per riconoscenza. Una bfrava
dona. Ranazzi è un liberatore.
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