Peggio anzi per tutti: “Senza la rete non avremmo avuto la
Brexit, Trump, Grillo, Salvini, Bolsonaro. La rete fa a pezzi la democrazia
rappresentativa. Rinfocola l’odio e la frustrazione. Rende noiose e sospette le
competenze. Dà voce agli imbecilli, come ha fatto notare Umberto Eco. Toglie
spazio alla concentrazione e alla riflessione. Alimenta il narcisismo,
attitudine sterile per definizione. Distrugge il lavoro impiegatizio e il
piccolo commercio. Crea enormi quantità di denaro e di potere e le concentra in
pochissime mani. Certo, resta una scoperta straordinaria….”
Che uso fa Cazzullo della rete? E in libreria ci va, uno dei
commerci più prosperi, se ne aprono in continuazione? O alle mostre, dove più
spesso è anche difficile entrare. Il cinema non è mai stato così prospero, le produzioni si moltiplicano, a centinaia, a migliaia, la distribuzione ha infiniti sbocchi. Forse non è effetto della rete, è la tecnica on demand che moltiplica la diffusione, ma non è nemmeno colpa. E che cosa decide la rete, che gli elettori non
decidano per sé? O dobbiamo credere ai Russiagate, che potenze occulte eleggono
marionette? Che c’entra l’Italia con Bolsonaro? O allora non è la giustizia
politica che unisce Italia e Brasile? Di quanto 5 Stelle e Lega non sono l’effetto
della implosione del Pci – della lingua di legno, della bugia elevata a
sistema, e anzi rivoluzionaria? Che una sinistra per mezzo secolo forte al 50 per cento ha ridotto a uno o due decimi. Non c’è una Unione Europea di vecchi
politicanti, neanche tanto capaci – la commissione Juncker resta agli annali
per non aver applicato e nemmeno proposto un solo piano, una idea, un progetto,
in anni di crisi (mentre si compiace di polemizzare, con le battutine, come al vecchio bar Sport). È davvero Trump è l’effetto dei social – l’eletto di
Putin...? E chi è che ci fa leggere ogni giorno sei e anche otto pagine di cosa
hanno detto Di Maio e Salvini, riciclandone le segreterie social, che non interessano
a nessuno? Fare il giornalista sarà pure meglio che lavorare ma è ancora
vero? Forse sì, limitandosi a leggere i social, una mezzoretta al giorno.
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