Non c’è solo Trump a militare
contro la Cina: un non piccolo establishment
militare e di intelligence spinge a
Washington per una politica di confromto con Pechino – Trump forse è il meno
belligerante del big government americano.
Trump ha aperto il confronto
con la Cina sul piano commerciale e su di esso intende mantenerlo. Nelle
agenzie di informazione e
sicurezza, e nei comandi militari c’è invece
preoccupazione per
il nuovo attivismo di Pechino nel mare Cinese. Nei confronti
di Formosa non solo, ma anche di tutti i paesi oltremare. A bassa intensità e
senza grande spiegamento di forze, ma insidioso: occupa postazioni isolate
negli arcipelaghi del mare cinese, con mezzi poco appariscenti, e poi vi installa
basi militari. Di piccole dimensioni ma punti d’appoggio chiaramente scelti e
montati secondo piani militari e suscettibili di assumere in breve rilevanza strategica.
Alcuni paesi del Pacifico se
ne sono risentiti, e protestano
diplomaticamente, anche se non con i toni della
crisi. Il Giappone,
le Filippine e la Malesia. Washington non e ha appoggiato
le rimostranze. Ma sta adottando spiani strategici anti-Cina.
In Cina l’espansionismo fa
capo alla stessa presidenza. Il nuovo
orientamento impresso dal presidente Xi è
sotto discussione – come questo sito rilevava
La discussione è accademica
e giornalistica. Con riferimenti, si
presume, dentro il Partito. Ma Xi mostra di
essere saldamente al
comando.
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