domenica 2 dicembre 2018

Appalti, fisco, abusi (133)

“La stangata sugli Npl: il 50 per cento della torta ai big dei fondi esteri” - inchiesta del “Sole 24 Ore”: “La vendita dei non performing loans (Npl) da parte delle banche italiane, dietro il pressing della Bce, si è rivelata un affare per i grandi investitori”. Ma non è una novità, non c’era dubbio sul pressing della Bce. I non-performing loans sono i crediti incagliati. Che si possono disincagliare in vari modi, ma la Bce ha imposto la svendita subito. Ufficialmente per migliorare l’attivo delle banche, di fatto per indebolirlo.

Proteggere il risparmio, dopo avere avallato la mascalzonata del bail-in nella versione Bce? Una regola illegale – alla Corte Costituzionale verrebbe rigettata. Avallata dalla Banca d'Italia, che pure sapeva e sa di che si tratta. Ignari risparmiatori, truffati dalle banche, sono equiparati ai gestori truffaldini. Con le obbligazioni spazzatura. Con almeno due aumenti miliardari di capitale Monte dei paschi finiti a fondo perduto, avallati da autorevoli banche promotrici e dal Tesoro.

“Tutelare il risparmio”? Il presidente della Repubblica non perde occasione per ricordarlo – è nella costituzione – ma solo per un gioco politico: per spingere il governo verso Bruxelles. Il presidente della Repubblica potrebbe però fare pure qualcosa, sempre a nessun costo. Non ha poteri sulle banche ma sì sulle autorità di controllo, la Banca d’Italia e l’Ivass, sulle banche e le assicurazioni – la bancassicurazione è una furfanteria, al meglio un monte di incompetenze. 

Il presidente del consiglio Conte, Carneade della politica, acquistò immediato spessore tra i due rocamboleschi incarichi per la formazione del governo occupandosi dei risparmiatori truffati dalle banche: la prima cosa che fece, subito dopo il primo incarico, fu di ascoltarli. La novità, la discontinuità, eccetera. Poi, una volta a palazzo Chigi, se ne è dimenticato.

Conte se ne è dimenticato, i suoi vice non l’hanno mai considerato. Né a Salvini né a Di Maio, agli “animali politici”, il risparmio interessa, il risparmiatore non fa massa al voto, le banche contano di più. Con il consolidamento del governo è anzi tornata fuori la saggezza del “parlar male delle banche è troppo facile”.

Non c’è difesa in realtà per il risparmio in Italia, paese che fino a qualche anno fa aveva il record mondiale del risparmio, insieme col Giappone, un comportamento considerato virtuoso. La stampa d’informazione economica è fatta dalle banche d’affari, cioè dai “topi nel formaggio” delle fregature. Le Autorità di controllo sono dalla parte delle controllate – si scambiano anche il personale. I Tribunali sono inavvicinabili – a Milano si valuta che non convenga fare causa per meno di 200 mila euro, per meno va tutto in spese e parcelle, oltre al tempo perso, anni.

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