Renzi tergiversa ma la
direzione è quella. I vescovi la danno per scontata, lanciando il foro di
aggregazione “Insieme”.
L’iniziativa parte infatti dai
cattolici. Ed è intesa alla costituzione di un “movimento”. Che non si vuole in
una certa collocazione nell’arco parlamentare ma di fatto – loro dicono “necessariamente”
– è centrista. Che non è cioè vincolato come lo è il Pd, ma in grado eventualmente
di rimettere in gioco una certa destra, parte del centro-destra. Non una Dc, un
partito di notabili che controllano il voto, ma un movimento, come vuole la
scena attuale.
La decisione non sarebbe stata
presa, ma tutte le iniziative convergono in questa direzione. Si sa invece da
che nasce questa prospettiva. Dal fatto che l’ex Pci, a lungo considerato lo
“zoccolo duro” del Pd, è invece limitato e forse non più esistente. Parte
essendo confluito nell’astensione, e parte nelle formzioni movimentiste, 5
Stelle al Sud, e Lega in Emilia e in Toscana. Con pochi “residuati nostalgici”,
di D’Alema e Bersani. Il calcolo è che il voto Pd, attorno al 15 per cento, possa
raccogliersi agevolmente attorno alla nuova formazione. Grazie anche al credito maturato da Mattarella, terminale naturale della nuova formazione. Che però è compatta e diventa
l’ago dela bilancia , con libertà di manovra.
Punzecchiature, conciliaboli, schieramenti
mediatici, alla Rai e nei maggiori quotidiani, seguono questo tracciato. Il ritiro di Minniti
dalle primarie Pd segnala l’impossibilità di agganciare le due anime – un ex
dalemiano che correva con Renzi. Lo
stesso Mattarella che non va all’inaugurazione dell’Opera di Roma, benché
libero da impegni, mentre presiede alla prima della Scala, com’è l’uso, ma anche
a quella di Rimini (l’impegno è ora cancellato per il disastro di Corinaldo), e poi a Palermo, lo fa per un solo motivo: l’Opera è Fuortes, un “manager di D’Alema”.
È un’epoca storica, si può
dire, che finisce. Con un nuovo protagonismo dei cattolici democratici, in nome
proprio. Che libera anche uno spazio per una forza politica di sinistra, ma
ipoteticamente – non è questo che preoccupa Renzi & co, che la politica concepiscono
come movimento, adattabilità.
Nessun commento:
Posta un commento