Ignazio è Ignazio di Loyola.
Il suo conclave è quello che lo manda all’Inferno - il sottotitolo è
“L’intronizzazione di Loyola all’inferno”. Dove Lucifero se ne fa il consigliere.
Ma presto se ne stanca, Ignazio ne ha per tutti, per Machiavelli come per l’Aretino,
per Galileo come per Copernico, e anche l’America ha scoperto, la parte utile
dell’America. Lucifero se ne libererà mandandolo a fondare un nuova colonia
infernale sulla Luna.
Dopo Ignazio, Lucifero ha
avuto ricorso a Filippo Neri. Anche qui senza esito, i santi deludono il
diavolo. Si procede senza respiro: è l’ennesimo libello antipapista del Cinque-Seicento, questo a opera
del poeta e teologo John Donne. E il primo di una saga che rarà furore,
la polemica anti-gesuita.
Il tema è “for what can bee vainer then a Iesuit?”, che ci può
essere di peggio di un gesuita, di un superficiale, vanitoso. Una libellistica che
precede la crescita del movimento ignaziano, e sarà molto più vasta di quanto
possa essere stato il dominio segreto perseguito dai gesuiti che denuncia. La
persecuzione parte praticamente con la formazione dell’ordine ignaziano – in parte alimentata
dagli stessi ambienti “romani”. Il libello, pubblicato anonimo nel 1611, quindi appena mezzo
secolo dopo la creazione dell’ordine, a Londra, era venduto la domenica davanti
alle chiese anglicane.
Una satira. Ma si ride poco. Quando a Lucifero,
il great Emperour Sathan, Lucifer,
Belzebub, Leuiathan, Abaddon, si
presenta un Philippus Aureolus Theophrastus Paracelsus Bombast of Hohenheim,
“Lucifero trema, come se fosse un nuovo Esorcismo, e pensò che poteva ben
essere il primo verso di san Giovanni, che si usa sempre negli Esorcismi, e
potrebbe essere stato tratto dalle Bibbie Irlandese, o Gallese…”. Freddure di
questo tipo.
Ce n’è per tutti, salvo i nuovi scienziati. Cioè
ci sono anche loro, c’è Copernico per esempio, con meraviglia di Lucifero,
“perché non aveva mai sentito male della sua vita”. Ma è di Copernico come
degli altri, Lucifero subito si ricorda che “i Papisti hanno esteso il nome, e
la punizione, dell’Eresia a quasi ogni cosa”. Ma subito dopo non si ride più con
Machiavelli, accasciato sotto una lunghissima perorazione, di “machiavellico”
opportunismo (procede tra “traditore”, “disonesto”, “prevaricatore”, e apposizioni
e attributi analoghi). Ignazio, “luogotenente, o Legato a latere” di Lucifero,
rifiuta questo e quello, Machiavelli come l’Aretino, e Cristoforo Colombo – “se
questo regno ha beneficiato in qualcosa dalla scoperta delle Indie Occidentali,
tutto questo deve essere attribuito al nostro Ordine”.:
Anche Maometto
è senza speranza: “Maometto non ha alcuna possibilità di prevalere, E si deve
accontentare di sedere, come già fa, ai piedi del papa”.
Donne avvia la
polemica antigesuita per nessun’altra ragione che il loro impegno evangelizzatore,
in Europa e fuori. Poeta detto metafisico, in una con la lettura del Seicento,
ornato ed elaborato per essere non credente malgrado se stesso. E filosofo in
realtà – o teologo, della “teologia negativa”, come più recentemente si dirà. Qui in veste di libellista spuntato. Colto, sa già di Galilelo, ben prima della questione galileiana,
oltre che di Keplero discepolo di Copernico, e di Tycho Brahe. Ma abborracciato
tanto quanto vuole mostrarsi arrabbiato.
Antireligioso più che antipapista, Donne tutti manda all’inferno: “Può perciò essere religiosamente e piamente creduto
che i turchi, come i papisti, arrivano quotidianamente in folle nei luoghi ordinari e comuni dell’Inferno”,
John Donne, Ignatius his conclave, free online
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