Lo storico usa parole forti. Sotto l’impulso di Fabio Mussi, ministro dell’Istruzione “molto di sinistra “ – Schiavone è di sinistra, presidente a Roma per molti anni del Gramsci, ma, si vede, non abbastanza – “magistrati di Firenze, forse addirittura uno solo (è uno solo, Giulio Monferini, n.d.r.), chissà, ma di certo assai sensibili o sensibile all’ambiente cittadino, alle voci, alle denunce a mezza bocca — del resto non c’è l’obbligatorietà dell’azione penale?; e così dunque parte l’indagine sulle malefatte che si anniderebbero al vertice del Sum.
“È un’indagine in grande stile: perquisizioni, intercettazioni telefoniche, microfoni
disseminati dovunque, interrogatori stringenti del personale amministrativo,
minacciose convocazioni notturne nelle caserme della Finanza. E alla fine il
rinvio a giudizio per il rettore dell’Istituto, Aldo Schiavone, sotto una
sfilza di accuse infamanti: peculato, abuso in atti d’ufficio, divulgazione di
segreti d’ufficio e chi più ne ha più ne metta. Segue l’abituale linciaggio
mediatico…”
Quattro anni di indagini, quattro di
processo in Tribunale, e ora in Appello l’assoluzione, su richiesta della Procura generale.
Dopo una prima condanna del Tribunale fiorentino per la “sindrome Marino”: spese
non adeguatamente giustificate per pranzi di rappresentanza – il fake trial già sperimentato dal Pd a
Roma per proteggere la corruzione. Ma dov’è il danno erariale: nei pranzi non
giustificati, o nell’uso per quattro anni della Guardia di Finanza, del
personale e degli apparati, per (non) scoprirle - senza contare gli anni lavoro della Procura è del Tribunale, quelli ormai sono un tassa, non di scopo, a perdere? A uso magari
di finalità corruttive.
Sicuro
è infatti il danno all’università e alla ricerca. Il Sum è stato inglobato, e spento,
dalla Normale di Pisa, gli “ambienti fiorentino-pisani” invidiosi cui allude
Galli della Loggia – Mussi, di Piombino, è pisano di adozione. Cioè, la Normale si è presa i fondi del
Sum. Senza giusticativi.
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