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giovedì 13 dicembre 2018

Il misantropo che ama i buoni libri


Un atto d’amore per la letteratura sotto forma di infatuazione per un autore. Peraltro scontroso e poco incline all’entropia sociale, come ogni buon fiorentino, Pietro Citati. Raccontato con arguzia e anche con finezza, quasi mimando l’arte dello stesso Citati nel raccontare la letteratura.
Fera, ora giornalista, si innamorò del suo progetto con la tesi di laurea. Segue e fa parlare Citati sul filo del libro che non ha scritto, su Dostoevskij. E con l’aneddotica di cui il quasi novantenne scrittore, protagonista della migliore editoria letteraria e della critica del secondo Novecento, è miniera inesauribile - misantropico, non un maestro, ma devotissimo ai grandi ingegni: molta buona letteratura, da Gadda a Calvino, gli deve molto.
Chiara Fera, Il libro invisibile di Pietro Citati, Rubbettino, pp. 104 € 14

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