Per non dire delle cose serie. Eliminare gli
investimenti pubblici, mentre tutta Europa li moltiplica. In una congiuntura internazionale di rallentamento, se non di recessione. O tassare le banche e
le assicurazioni, che puntualmente presenteranno il conto a correntisti e
assicurati. O ridare a Comuni e Regioni libertà di rincarare Imu, Rasi e
addizionali. O la politica estera dell’ambascatore itinerante Di Battista, da
un anno insabbiato in Sud America, con la misera paga guadagnata da
parlamentare – e il suo non è turismo sessuale.
Non si può parlare male del governo gialloverde, perché
è stato eletto, e quindi bisognerebbe parlare male di chi lo ha eletto, cioè di
noi. Ma sorprendersi sì: non c’è limite al peggio?
Sarà pure populismo temibile, ma è confuso. Dice:
sono giovani. Ma i giovani non sono scemi.
Certo, una popolazione che si vede ridotte le
pensioni e le cure, e aumentare i disservizi e i servizi, con qualche tassa in
più qua e là, e non protesta, anche questo è da vedere – saremo tutti del parere,
come diceva quello, che “le tasse sono belle”.
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